Tredici – 13 Reasons: Brandon Flynn parla di Justin e del finale di serie

SPOILER ALERT: Il seguente articolo contiene spoiler sulla quarta ed ultima stagione di Tredici.

Non si può avere una stagione di Tredici senza un mistero, e nella sua ultima stagione il mistero ruotava intorno a una morte. Dopo aver iniziato la premiere con un funerale l’unica domanda da chiedersi è stata: chi non ne uscirà vivo questa volta?

Alla fine la risposta è stata: Justin Foley,  il personaggio che abbiamo conosciuto come atleta che ha spezzato il cuore di Hannah Baker. Ma, nel corso delle stagioni, Justin è diventato molto di più: un tossicodipendente in difficoltà, l’amore di Jessica, il fratello di Clay, e un ragazzo da cuore d’oro. Ed è per questo che la sua morte ha avuto un tale impatto sulla serie.

A che punto hai scoperto che sarebbe morto Justin?

Sicuramente non era all’inizio [della stagione]. Abbiamo letto quel primo copione e abbiamo visto che c’era il funerale. Penso di aver letteralmente corso dallo showrunner Brian Yorkey subito dopo la prima lettura e ho detto: “è Justin vero?” e lui: “non possiamo uccidere il personaggio che cerca ogni volta di essere migliore”, e io continuavo: “Oh sì che possiamo”.

Poi durante le riprese io e Brian siamo andati a cena. Quando mi ha mandato un messaggio per la cena, sapevo che ci saremmo seduti a tavola e che mi avrebbe detto: “Faremo morire Justin”. Ci siamo seduti lì per un attimo e poi abbiamo scavato nella trama per cercare di escogitare qualcosa. Quando l’ho scoperto era il momento perfetto perché ho avuto l’opportunità di interpretare Justin nella sua riabilitazione senza sapere dove stava andando la storia.

Per molti attori la morte può sembrare una delle cose più facili da fare. Ma a te hanno aggiunto un’altra sfida, la morte per AIDS.. come è stato il tuo processo di ricerca per quelle scene?

Gli scrittori, i ricercatori e gli esperti che portiamo a bordo.. abbiamo tutti collaborato. Ho guardato un sacco di film e letto un paio di libri diversi che hanno evidenziato le esperienze di persone diverse.

C’è una pagina su Instagram chiamata The AIDS Memorial che ho trovato e ho continuato a tirare fuori da tutte le storie. Essenzialmente sei bombardato con tutte queste informazioni su quanto sia pericoloso questo virus.

Poi ho iniziato a fare ricerche.. La fragilità era un elemento fisico davvero grande che volevo far percepire sentendomi davvero piccolo in questo già piccolo letto. E poi, cosa si prova ad avere tutte queste persone che hanno significato il mondo per te, che hanno cambiato la tua vita, sedute nella stanza con te?

Per tutta la stagione, Justin ha cercato di essere forte per le persone. Poi quando chiede a Clay, “Mi tieni la mano, fratello”, Justin non sa davvero cosa succederà.

Hai detto di aver chiesto a Brian se fosse stato Justin, e so che Dylan [Minnette] ha detto che entrambi pensavate che Justin dovesse morire. Cosa ti ha fatto pensare che fosse la scelta giusta?

Questa stagione ha evidenziato Dylan in modo tale che finalmente abbiamo capito la vera psiche di Clay. Stavamo finalmente indagando più a fondo su Clay, e la storia parla di guarigione. Il fulcro di quest’ultima stagione riguarda la guarigione, vedremo i sopravvissuti andare nel mondo e al college e tentare di guarire da tutti i danni. La mia guarigione era vedere l’evolversi del rapporto tra Justin e Clay. Entrambi si spengono cercando di proteggersi a vicenda, cercando di salvarsi l’un l’altro, esserci l’uno per l’altro, ed è stato un rapporto fondamentale per Clay sperimentare quell’amore fraterno. Justin non è più un nemico. È uguale a Clay in molti modi. Con la morte di Justin, credo che Clay abbia capito un po’ di quello che deve fare per guarire.

Un modo per vedere l’impatto di Justin è dare un’occhiata alla reazione del pubblico.

Capisco l’amore per Justin, la sua storia è così piena di alti e bassi che fai davvero il tifo per lui. Quindi quando arrivi al finale e scopri che è lui quello che è morto, sembra davvero una perdita. Applaudo agli sceneggiatori per come hanno gestito tutta la questione. Ho avuto circostanze nella mia vita in cui ho perso qualcuno e all’inizio c’è solo la rabbia. Una volta superata quella fase, arriva la comprensione della vita, e il pensiero che a volte non è giusta. 

Cosa ti ha insegnato Justin?

Tornando a quello che ho detto per Clay, Justin era uno specchio per me in un sacco di modi, in un sacco di cose che avevo bisogno di guarire e recuperare.  Forse non è quello che voglio fare, non voglio che tutti i personaggi si sentano in terapia, ma in qualche modo, penso che Justin fosse un dono enorme.

Non solo [13 Reasons Why] è stata un’enorme introduzione e un punto di partenza fondamentale per la mia carriera, ma ora mi sento come se mi fossi diplomato dall’adolescenza ed ora, a 26 anni mi trovo in un posto in cui dico: “Ok, così è come si comporterebbe un adulto”. Sono riuscito a concentrare liceo/università in un unico personaggio, dipendenza/perdita e tutto il resto. Sono riuscito ad elaborarlo tramite Justin. Non so se ho tutte le parole per dire quello che ho lasciato, ma è sicuramente qualcosa e non dimenticherò mai Justin Foley.

FONTE: EW / Traduzione Non solo Serie TV

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