Recensione American Horror Story 1984 9×09 “Final Girl”

Anche per quest’anno American Horror Story è giunto al termine, ponendo fine al viaggio negli anni ’80 che ci ha fatto vivere. L’ultimo episodio, Final Girl, segna l’epilogo delle sanguinose vicende di Camp Redwood, facendo provare anche un pizzico di nostalgia.

Siamo giunti alla fine di AHS 1984 e finalmente possiamo trarre le opportune conclusioni. Nella prima parte della stagione, abbiamo assistito a episodi tutti uguali che ci hanno condotto attraverso una interminabile notte dove chiunque si trasformava in un serial killer. Ma è stata proprio questa lunga notte da film horror a servirci per capire l’evoluzione della vicenda. Una notte è bastata infatti a cambiare tutto.



Tutti i personaggi si ritrovano a Camp Redwood, ognuno spinto dalle proprie motivazioni. Ciò che più si apprezza del capitolo finale è la suddivisione su più livelli della trama. Si gioca infatti con la linea temporale, facendo dei continui salti nel tempo, che rendono la narrazione più vivace. L’intreccio di più temi e storie è una delle caratteristiche che rendono il titolo una delle serie più amate al mondo. Proprio per la costruzione dell’ultimo episodio della nona stagione, credo che questa si possa definire la puntata meglio riuscita di 1984.

Incredibilmente, tutto finisce per il meglio. Questo è paradossale, visto l’incessante susseguirsi di violenza e brutalità della stagione. Ciò forse è stato scelto proprio per mostrare l’evoluzione dei personaggi, anche quelli più malvagi (come Montana), e per riscattare chi invece meritava un lieto fine. Coloro che rappresentavano il male più puro, Margaret e Ramirez, hanno invece pagato per i loro crimini, alla fine. Decisamente toccante è stata la storia di Bobby, figlio di Richter, che incontra lo spirito di suo padre per ringraziarlo del sacrificio compiuto per salvarlo. La famiglia Richter ha ottenuto la pace che meritava, così come Brooke e Donna.

Pensavamo che dovesse rimanerne solo una in vita, come da buona tradizione dei film slasher vintage. Invece entrambe sopravvivono. Pareva impossibile infatti, che dopo tanta fatica per tornare a Camp Redwood, Brooke venisse uccisa senza troppe cerimonie senza più tornare in scena.

Insomma, nell’ultimo episodio si assiste a un finale quasi fiabesco, dove i buoni vincono e i cattivi perdono. Il tutto ovviamente condito con sano senso del macabro e del grottesco. Non potevano infatti mancare nel gran finale scene omaggio ai film slasher (come Xavier che brandisce una motosega per uccidere Night Stalker).

Finisce così quindi la celebrazione di Murphy agli anni ’80, lasciando lo spettatore con un vago senso di malinconia e nostalgia. Ma non si fa in tempo a rendersi conto di queste sensazioni, che subito ci si chiede “quale sarà il tema di AHS 10?”

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