How To Get Away With Murder – Recensione e commento episodio 6×15 – Finale di serie

Ed è arrivato il momento di salutare anche questa serie TV! Sei anni sono volati come se fossero nulla, sei anni di teorie, di indizi, di false piste, di complotti, di casi irrisolti, di amicizie, di amori ( tragici e non), di misteri, di segreti, di inganni, di indagini, di omicidi.

In circa 43 minuti e 13 secondi, Peter Nowalk ha provato a chiudere, in maniera definitiva il cerchio, quel famoso cerchio che si era aperto nel lontano 2014 e che aveva dato seguito a tanti altri. Partiamo dalla parte principale  della 6 x14 e la 6 x15: il processo di Annalise Keating! Che è uno dei miei personaggi preferiti dello show.

Annalise  si è riscattata, come donna, come professionista, come adulta, come essere UMANO.

Finalmente, dopo sei anni di “finzione” e di recitazione, Annalise ha buttato giù la maschera: la maschera che ha portato per tutta la sua vita quella della menzogna e della facciata. Fin dall’inizio della prima stagione, Annalise Keating ( Anna Mae Harkness) si è dimostrata una donna fredda, cinica, senza scrupoli, attenta, stacanovista, dai tratti inquietanti e burberi, quasi come se non provasse rimorsi o sentimenti. E’ questa l’Annalise che in sei anni ci ha mostrato, con una scrupolosa attenzione nel non ricadere e nel farsi prendere dalle sue stesse emozioni, Annalise, ha mostrato questo di se stessa da sempre.  Però mi piace pensare, soprattutto con il discorso dell’arringa finale davanti alla giuria e durante il suo processo, che Annalise sia stata due persone in questi anni: Annalise e Anna Mae. Annalise è quella che abbiamo conosciuto, amato e odiato in questi sei anni, poi però c’è Anna Mae, una donna completamente diversa da quella che ha sempre voluto mostrare a tutto il mondo.  Ecco qui una parte del suo toccante discorso alla giuria prima del verdetto finale della sentenza d’accusa nei suoi confronti:

 

“ Sono semplicemente una donna di 53 anni, proveniente da Memphis, nel Tennessee, di nome Anna Mae Harkness. Sono ambiziosa, di colore, bisessuale, arrabbiata, triste, forte, sensibile, spaventata, aggressiva, talentuosa, sfinita. E sono nelle vostre mani.” .

 

La vera Annalise è Anna Mae: una donna triste, distrutta dai sensi di colpa, lacerata da un passato tremendo e distruttivo, dalla molestia sessuale di suo zio quando aveva 11 anni ( silenziata inizialmente da sua madre, per poi essere vendicata) da un rapporto burrascoso e difficile con suo padre,  dal bullismo  alle elementari perchè veniva derisa da quella parola con la “n”, dal rifiuto e pentimento verso se stessa per aver perso il suo primo amore, Eve, perché non poteva accettare se stessa, aveva paura di essere gay. Questa era la Anna Mae, la vera donna che in realtà tendeva in tutti modi di mascherare agli altri, questa è la donna che ha messo da parte una volta arrivata dalla sua città, da casa sua. Per anni ha mostrato questa facciata di se stessa a tutti per integrarsi, per farsi accettare essendo che veniva da una condizione famigliare abbastanza precaria e difficile, con annesso un passato torbido.  E’ arrivata dal Tennessee per, in qualche modo, riscattarsi. Ed è così che è nata Annalise Keating, una facciata che ha portato a lungo e per sei anni consecutivi. Ma, molto spesso,  come tutti gli esseri umani, Annalise ha ceduto, la maschera ha spesso non retto sul suo volto mostrandoci una donna inedita, una donna che fa spazio all’emotività rispetto alla razionalità: Anna Mae. Anna Mae , arrivata alla facoltà di Legge ha cambiato il nome (Annalise) per farsi accettare dalla comunità, per sembrare una del posto. Quando è entrata nello studio legale, ha indossato tacchi, trucco … parrucca , solo per creare un nuova se stessa. Ha sposato, un uomo viscido e manipolatore , Sam Keating, ed è diventata sua moglie, la sig.ra Keating, soltanto per farsi accettare, ha fatto di tutto pur di sentirsi una Keating. E’ diventata la stimata, ma anche temuta professoressa alla Middleton University  e avvocatessa di legge nei migliori tribunali della Philadelphia. Una donna pronta a tutto pur di arginare, sottomere e seppellire Anna Mae per fare spazio ad Annalise. Ecco, signori e signore, dal mio punto di vista, la vera Annalise è quella che ha sempre mascherato e non quella che ha mostrato. Indubbiamente , in questi sei anni di vita, il dolore non l’ha mai risparmiata, come se fosse una costante nella sua vita: ha pero un figlio, in un incidente stradale, c’è stato l’assassinio di suo marito, l’alcolismo,  la depressione, il lutto.  D’altronde, come dirà lei stessa alla giuria : “Sono una sopravvissuta” .Ha fatto cose terribili , ha sofferto per cose terribili. Annalise ha combinato di tutto, ha insabbiato di tutto, ha commesso di tutto, ha mentito su di tutto, ha nascosto di tutto,ma Annalise non è un’assassina. Non ha mai ammazzato nessuno. E’ vero, lei magari ha mosso dei fili, ha usato i suoi studenti e i suoi amici fedeli come burattini per fargli fare ciò che voleva, ma lei non ha mai ucciso nessuno con le sue stesse mani. Quindi, sinceramente, nonostante ci siano retroscena inquietanti e inediti, forse anche alla giuria stessa, alla fine ha scelto di non condannare Annalise, di credere alle parole di quella donna, forse per la prima volta in vita sua sincera e a viso scoperto. Ed è questo che avrebbe dovuto fare da sempre, a mio modo di vedere le cose, la nostra Annalise avrebbe dovuto mostrare da subito la vera Anna Mae, però, d’altronde, con la società in cui si vive che è impostata nel dirti come essere e come mostrarti, non mi meraviglio che Anna Mae abbia messo una maschera per tutti questi anni interpretando la dittatoria Annalise Keating ma portando dentro se stessa sempre e comunque Anna Mae.


In questo finale, dal mio punto di vista, Michaela Pratt è sempre rimasta se stessa:

una stronza e subdola donna disposta a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi, disposta a tutto, tanto da mentire e tradire perfino la fiducia dell’unica persona che forse l’ha sempre provata a capire, Connor.  E anche Annalise, a modo suo, spesso ha provato a capirla e ad aiutarla, ma con risultati deludenti e contrari.  Michaela, fin dalla primo episodio della prima stagione della serie, ha dimostrato di essere una ragazza furba, abile, manipolatrice e senza scrupoli, alle volte, il suo personaggio è sembrato abbastanza simile a  quello di Annalise, faceva di tutto per ricevere un “grazie” da parte sua, e sembrava volesse seguire le sue orme, ed era vero, Michaela era ambiziosa, forte e determinata a raggiungere i suoi obiettivi, non si sarebbe fatta mettere mai i piedi in testa da nessuno!  Anche lei portava dentro se stessa sofferenza e dolore, l’abbandono della sua famiglia biologica, il difficile rapporto con i suoi genitori adottivi, soprattutto con sua madre, il farsi accettare da tutti e a tutti i costi, il mostrare spesso e volentieri una facciata di se stessa, la facciata che faceva più comodo agli altri, quella della ragazza forte, intelligente e dal carattere perspicace e acuto.

Ma non bastava, non bastava perché la debolezza, il risentimento,lo stato d’animo, spesso erano in contrapposizione con la sua vera natura, con la vera Michaela. E lei ci combatteva da sempre tra la Michaela sofferente e decisa a non mostralo, e quella stronza e alle volte cattiva. Michaela, in queste sei stagioni, ha mostrato spesso di non saper amare le persone, o meglio, si illudeva che fosse così.  Provava dei sentimenti, ma li cambiava con estrema facilità, non riusciva mai a trovare un suo equilibrio personale, non riusciva mai ad amare davvero qualcuno totalmente, era sempre concentrata su se stessa e i suoi piani futuri.  Forse, soltanto in alcuni frangenti, la nostra Pratt, ha dimostrato di essere emotiva, di avere un cuore, ma era davvero raro che riuscisse a mettere da parte se stessa per far prevalere il bene altrui, ci provava, ma avevo un modo e metodo abbastanza contorto nel farlo e nel metterlo in atto. E difatti, con tutta onesta, non mi ha stupito il suo andamento nel corso di tutta la sesta stagione: era pronta a tutto pur di arrivare alla sua vittoria personale, al raggiungimento dei suoi obiettivi. Sapeva di aver commesso dei passi falsi in passato, di aver commesso degli errori, di essere a tutti gli effetti  una complice di omicidi ( tra cui Sam Keating), di aver occultato un cadavere, eppure, nonostante questo retroscena assurdo, cercava in tutti i modi di vivere la sua vita, di raggiungere i suoi obiettivi, di pestare i piedi a chiunque, di farsi strada in qualsiasi modo per ottenere la tanto ambita e sudata carriera nel mondo della Legge. Michaela, tra tutti i Five della serie, credo sia stata quella che non mi ha mai suscitato emozioni o empatia nei suoi confronti, non riuscivo a capire perché fosse così STRONZA e DIABOLICA. Anche quando ha raccontato a Connor del suo passato, di quello che aveva vissuto definendosi “un miracolo”, non è riuscita lo stesso a farsi valere ai miei occhi. Sarà dipeso sicuramente dal fatto che ha fatto di tutto per distruggere, infangare e  accusare Annalise di crimini che non aveva commesso, il tutto per avere la sua immunità dell’FBI, ottenendo la libertà vigilata e senza andare in prigione  e mentire al suo migliore amico Connor, o meglio, forse soltanto lui considera tale Michaela e non viceversa. E’ riuscita, grazie a suo padre, ad avere un accordo diverso da quello di Connor, è riuscita a salvarsi il culo a discapito delle vite altrui. Ha dimostrato, ancora una volta, anzi, per l’ultima volta, che lei non sa amare, che lei non sa mettere gli altri, per una volta, davanti a se stessa. Alla fine, dopo aver giocato d’astuzia e inganno, la Pratt è riuscita a diventare giudice, ma a caro prezzo perché nonostante tutto, lei sa di aver perso le uniche persone che l’avevano davvero amata. Perché  a parte tutto, loro erano state le uniche persone a vedere anche la vera Michaela, e non soltanto la Michaela Pratt.

Sorprendentemente, la nostra Laurel Castillo è stata una parte fondamentale degli ultimi episodi della sesta stagione ( 6×14  6×15) perché per il resto della quinta e sesta stagione, Laurel è completamente sparita dal radar se non per riapparire nel finale del MidSeason della 6×9.

Devo essere estremamente sincero sul suo personaggio: non l’ho mai amato. O meglio, mi irritava spesso questa ragazza snob e disagiata già dal primo episodio della serie. Laurel era una ragazza abituata ad avere tutto, ricca di famiglia, i Castillo, che a mio a modo di vedere le cose sono una delle peggiori famiglie del mondo telefilmico: pronte a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi, distruggendo ogni vita umana che incombesse sul loro cammino, da Wes, al padre di Nate Lahey, fino alla stessa Annalise. Laurel ha il loro DNA, ma in parte: è una studentessa brillante ed idealista, è una ragazza persuasiva, bugiarda, manipolatrice,  scaltra, subdola, doppiogiochista,  disturbata e psicolabile. Ma è anche una ragazza diversa dalla sua famiglia, soprattutto da suo padre Jorge che disprezza sua figlia e fa di tutto per distruggerle la vita, e mette anche la sua vita in pericolo dopo che dei suoi nemici, rapiscono Laurel all’età di 16 anni, ma dopo verrà liberata, e Jorge, per non far scoprire la verità, costringe sua figlia a mentire e a raccontare la storia del rapimento come messa in scena, in modo da proteggere se stesso. Questo   fare pensare al mondo che Laurel avesse inscenato tutto quanto, che fosse pazza e disturbata mentalmente. Ed è così che Laurel è stata vista agli occhi degli altri: una bugiarda patologica e completamente matta. Onestamente, devo ammettere che spesso le sua azioni hanno dimostrato questo, ha fatto cose abbastanza discutibili, ha commesso anche lei dei passi falsi come tutti i ragazzi, ma c’è sempre stata anche una costante nella sua vita: l’amore. Amore illusorio, amore proibito ( con Frank), amore  illogico e irrazionale con Wes, amore confuso, disorientato, amore distorto e a tratti malsano, e amore incondizionato, ovvero quello che prova per suo figlio Christopher avuto da Wes Gibbins.  L’amore che spinge una madre a fare di tutto pur di proteggere suo figlio, pur di nasconderlo e di non farlo vivere nell’inferno che lei stessa, involontariamente, aveva creato, e portala via da suo nonno, Jorge, che aveva fatto di tutto per ferire sua figlia Laurel, perfino portarle via suo figlio.  Agli occhi della gente Laurel è una donna complessa e abbastanza sinistra, spesso è sembrata due persone, come se avesse uno sdoppiamento di personalità. Anche lei ha nascosto tante questioni, ha commesso fatali errori, ha partecipato all’assassinio di Sam Keating, ha ucciso sua madre Sandrine, ha omesso verità, ha ammesso falsità, ha messo a rischio spesso la vita dei suoi amici, di Annalise, Frank e Bonnie per salvare quella di suo figlio Christopher.  Ma vi dirò, negli ultimi episodi restanti, Laurel è riuscita a redimersi in qualche modo ai miei occhi e anche a chi l’aveva detestata e non capita nell’arco delle stagioni. Sì, Laurel ha firmato un accordo di immunità con l’FBI, ottenendo la libertà vigilata  per salvare suo figlio e non scontare nessuna pena in carcere, questo bisogna dirlo, ma alla fine, tutti pensavano che per salvare ovviamente suo figlio, avrebbe distrutto e infangato la persona di Annalise tanto da portarla a marcire in carcere per l’accusa di tutti gli omicidi nei suoi confronti. Laurel, inizialmente era davvero intenzionata a farlo, a testimoniare il falso pur di salvarsi e vivere la sua vita in santa pace. Ma alla fine, ovviamente con la persuasione della stessa Annalise, che prima aveva tentato anche Frank, Laurel desiste e cambia completamente versione durante la sua testimonianza.  Dirà che l’FBI ha chiesto a lei di mentire per distruggere Annalise , Laurel ammette di essere stata costretta dall’FBI, e ammetterà anche che Wes era disturbato, ma che lei non era riuscita a comprenderlo del tutto, ed è per questo che lui ha ucciso Sam.  Non ha ucciso Sam perché Annalise voleva questo, è stato  lui a farlo perché era mentalmente instabile. Alla fine, seppur abbia spesso giocato sporco nei confronti di tutti, ha salvato Annalise, ha detto la verità sulla donna, evitandole la condanna a morte. Ha rischiato di perdere suo figlio, ma ha capito che non avrebbe voluto che suo figlio la odiasse per il resto della sua vita, esattamente come lei stessa odia suo padre per quello che le ha fatto.

Sta a lei decidere chi vuole essere, e lei ha scelto di essere una persona migliore. Una brava persona.

Devo fare una confessione,  anche se a molti non sarà tale perché sanno della mia ammirazione e amore nei confronti di Connor Walsh.

Ho iniziato How To Get Away Whit Murder, inizialmente per questo ragazzone! Bello, sicuro di se stesso, forte, seduttore dallo sguardo ingannevole e provocatorio. Come potevo non innamorarmi del suo personaggio? E’ vero, fin dall’inizio Connor si mostra una persona ambigua, ricattatoria, superficiale,  senza scrupoli usando ogni sua arma di seduzione per confondere gli uomini, essendo dichiaratamente gay. Mostra fin da subito di farsi amare o detestare, di prenderlo a schiaffi o di sbatterlo al muro, letteralmente e fisicamente parlando. E fin da subito, anche lui si ritroverà nella morsa delle menzogne, delle bugie, degli omicidi, partecipando all’occultamento del cadavere di Sam Keating, e nascondendo molto altro in questi anni. Se inizialmente il nostro Walsh ci sembrerà del tutto superficiale, abile manipolatore  e arrogante ( anche se dopo l’omicidio di Sam inizierà a mostrare tentennamento e paura), dopo mostrerà un lato completamente inedito di se stesso, soprattutto dopo che incontrerà Oliver, il ragazzo che ingannerà per i suoi scopi personali e manipolatori da parte di Annalise. Connor, non proverà dell’interesse per Oliver, anzi, userà il ragazzo per avere informazioni importanti, ma ben presto, se inizialmente con negazione e rifiuto, Connor ammetterà da dopo di non poter stare senza Oliver. In qualche modo, l’entrata nella vita di Connor di Oliver, ha letteralmente cambiato la sua. Connor ha iniziato a capire cosa fosse l’amore, quello vero, sì, perché Connor non era abituato ad amare o a farsi amare, anzi, aveva vissuto la sua vita tra incontri occasionali a base di sesso e nient’altro. Era questa la vita che aveva fatto e svolto prima di incontrare Oli. Una vita abbastanza promiscua e statica. Nell’arco delle stagioni però Connor ha mostrato spesso delle sfaccettature di se stesso, spesso ci è stato mostrato un personaggio da essere forte e determinato, a diventare un ragazzo inerme, debole e poco coraggioso e convinto della propria vita e delle proprie scelte. E di certo, tutto ciò, ha influito in maniera negativa, sulla sua storia d’amore con Oliver ( ormai coinvolto in ogni situazione losca e di sfaccettature oscure del suo compagno e del clan di Annalise) , ha iniziato a riversarsi tutto quanto su loro due, tanto da portarli a perdersi per un po’ di tempo. Tempo in cui Connor, soprafatto, distrutto e incompleto senza il suo Oliver, è tornato a comportarsi in maniera superficiale e irregolare, iniziando a frequentare altri uomini. Le cose poi sono cambiate, Connor e Oli si sono riavvicinati e si sono ritrovati dopo tanto tempo, tanto da arrivare al fatidico momento delle nozze e del “sì” pronunciato davanti alle loro famiglie e i loro amici.

E’ come se Connor, finalmente, dopo anni di sregolatezza, abbia trovato accanto a Oliver, la sua stabilità, il suo posto nel mondo. Ma nonostante l’amore, Connor ha vissuto con l’insicurezza e smarrimento per molto tempo, soprattutto  dalla quarta alla sesta stagione, abbiamo visto un Connor più confuso, meno motivato degli altri a trovare la sua strada, a trovare la sua pace interiore e un futuro roseo. Connor, rispetto a Michaela, Laurel, Asher, Oli, è quello che riuscirà di meno a vivere senza i famosi sensi di colpa per quello che hanno fatto, eccetto Asher e Oliver, a Sam Keating quella notte. Non riuscirà a scrollarsi di dosso quella sensazione che da un momento all’altro, quando meno non se l’aspetta, L’FBI possa presentarsi alla porta di casa loro e arrestare lui e suo marito. Vive con questo terrore e senso di colpa da quasi tutta l’intera serie. E nella sesta, quando le cose iniziano a farsi più complicate, capisce che ormai hanno le ore contate per finire dentro,  e che gli resta forse poco, e quel poco non vuole perdere suo marito e coinvolgerlo in tutto quanto.  Negli ultimi episodi della sesta, Connor stringe l’accordo con l’FBI di immunità per cinque anni se andrà contro Annalise durante il processo e accuserà la donna di essere stato costretto da lei ad ammazzare Sam Keating e il resto. Connor, inizialmente soggiogato dall’FBI e da Michaela e convinto anche da suo marito Oliver, deciderà, durante il processo di andare contro Annalise e accusarla, ma Annalise è sempre un passo avanti a tutti, saprà come farlo sentire in imbarazzo e vergognarsi di se stesso. E per quanto ami Connor, devo ammettere che sopratutto in questa sesta stagione il suo personaggio si è ridotto al ridicolo, all’estremo, all’imbarazzante, al ragazzino che agisce senza ragionare o comprendere che con le sue menzogne e bugie, potrebbe far marcire Annalise in galera per sempre.  Non ho amato particolarmente questo suo lato così ingrato e orrendo nei riguardi di Annalise, la stessa che l’ha scelto all’epoca perché aveva capito che in lui ci fosse talento, furbizia e persuasione, tutte doti che dovrebbe avere un futuro avvocato.  Ben presto però i sensi di colpa non lo lasceranno in pace, si sentirà braccato e distrutto per la persona che è diventata, per la persona che è dovuta essere per sei anni: bugiarda, complice e manipolatrice. Decide di rifiutare l’ennesimo accordo concesso dall’FBI grazie a Oliver ( che ha chiesto di testimoniare contro Annalise) , ma rifiuterà e accetterà di andare in galera una volta che il processo sarà terminato per l’omicidio di Sam Keating.

Questo gesto me l’ha fatto rivalutare, quasi non ci speravo più su di lui, si era perso, aveva smarrito se stesso e la sua vera integrità, e devo ammetterlo si è fatto manipolare bene da chiunque, dall’FBI, da Oliver e da Michaela. Non stava più agendo con la sua testa e il suo pensiero, ma con quello degli altri, Alla fine, ha deciso di rinunciare all’accordo e pagare per i suoi crimini, ma non è tutto. Per non coinvolgere suo marito Oliver, ha deciso a malincuore di chiedere il divorzio da lui per non rovinarle la vita. In questo ultimo episodio, il nostro Connor, ha dimostrato quello è da sempre: un ragazzo dal cuore d’oro. Sì, ha sbagliato spesso e volentieri, ha commesso errori anche lui fatali e di ripercussioni, ha mentito sempre e ha giocato ad essere la persona che non era. Ma  questo qui, questo Connor altruista e pronto a tutto pur di salvare suo marito e il vero amore della sua vita, perché’ lui lo lascia perché lo ama troppo e non vuole coinvolgerlo, a fatto sì che me lo facesse rivedere con gli occhi di prima. Ovvero di una bella persona dal cuore puro e sincero, un cuore che ormai non avrebbe più retto con i sensi di colpa che si era trascinato dietro per troppi anni. Rispetto a tutti, anche rispetto a Oliver che in questa sesta stagione è stato abbastanza superficiale e a tratti egoista, Connor si è rivelata una persona che voleva redimersi, una persona che voleva non morire con i scrupoli di coscienza della morte di qualcuno in eterno. Lo stesso Connor dirà a Oliver che ciò che li lega è la morte, omicidi … e traumi. E che li seguiranno ovunque, per sempre. Ma alla fine, nonostante Connor manterrà la sua promessa e pagherà per i suoi peccati,Dio gli darà un’altra chance perché tornerà da suo marito e insieme passeranno il resto della loro vita insieme, perché e grazie a Oliver che Connor ha imparato ad amare. E grazie a Oliver se Connor sa cosa significa l’amore. Nonostante tutto, ci avete insegnato che in amore non esiste alcuna differenza, mai. Ed è grazie a quell’amore se Connor è  quella persona. Una persona che pian piano, ha buttato per terra una maschera, una corazza, un’armatura di difesa. Connor, sei e resterai sempre un pezzo importante di questa serie. E del mio cuore, perché  sono sempre stato innamorato di te, anche quando hai fatto delle cazzate allucinanti, ma ho sempre pensato che tu non fossi quello spesso mostravi a tutti, ma che  fossi quel Connor, il Connor che ho conosciuto e ho amato in tutti questi anni.

Mi mancherai davvero tanto.

E mi mancherete tanto voi due.

I  Bonnie e Clyde di How To Get Away Whit Murder: Bonnie e Frank.  Ho sempre amato i loro personaggi così complessati e disagiati,  d’altronde Bonnie e Frank hanno un passato simile, Annalise Keating è un collante per loro, e sono anche  accomunati da un terribile segreto.

Bonnie Winterbottom  fin dalla sua giovane età fu stuprata ripetutamente da suo padre. Dopodiché, all’età di 14 anni, il consigliere Louis Lidgren, avvicinato probabilmente dal padre di Bonnie,  abusò anche esso di lei negli scantinati del municipio, gli abusi durarono per molto tempo, e soprattutto, lì in quegli scantinati, più uomini abusarono di lei, e alla fine quando Bonnie scopri, all’età di 15 anni, di essere incinta, gli stupri finirono. Lei ovviamente non aveva la minima idea di chi fosse il padre del bambino. Quando diede alla luce il bambino, lei perse i sensi, e quando si svegliò, suo padre le disse che il bambino era nato morto.  Subito dopo, viene accolta dalla famiglia Keating  e lavorerà per Sam( con la quale avrà una relazione) e Annalise ( la stessa donna che ha difeso Lidgren, l’uomo che ha molestato Bonnie anni prima) , la quale la donna, nei confronti della ragazza, svilupperà negli anni un senso di protezione quasi materno. Della gravidanza e dello stupro si scoprirà tempo dopo quando Bonnie racconterà tutta la verità. Negli anni, si è ritrovata spesso immischiata nei problemi di Annalise, conoscerà Asher Millstone che è uno studente di Annalise e avrà una storia con lui, dopo inizierà a capire di provare dei sentimenti per Frank. Anche lei ha commesso errori, ha ucciso anche lei ( Rebecca Sutter) , si è macchiata le mani di sangue anche lei. Ma tutto questo, quasi spesso, l’ha fatto per Annalise, per farsi valere da lei, devota da sempre alla donna. Bonnie è una donna  che si è  portata dietro una scia di traumi e sofferenze.  Frank Delfino  anche lui con un passato oscuro alle spalle, ha ucciso suo padre quand’era ragazzino, poi è finito in carcere, e nel 2005, Sam e Annalise Keating si sono occupati di lui in cella. Sam era estremamente deciso a farlo uscire il ragazzo nonostante avesse ucciso suo padre, era stato spinto da Hanna Keating, sorella di Sam, che era amica della zia di Frank, ed è così che Annalise, all’epoca ad inizio gravidanza, è diventata il suo riluttante avvocato.  Le cose però si sono complicate quando nel 2006 Annalise perder il bambino, successivamente scoprirà che è proprio a causa di Frank che lei l’ha perso perchè fu mandato da Wallace Mahone ad ucciderla ( Sam era al corrente di tutto questo), e difatti Annalise non vorrà perdonarlo, e lo farà solo grazie all’aiuto di Bonnie. Nell’arco delle stagioni e degli anni, anche Frank ha commesso svariati errori, ha ucciso il figlio di Annalise che portava in grembo, ha ucciso Lisa Stangard( incinta di Sam) perché era l’amante di Sam e doveva a lui un favore, in qualche modo. Frank, è diventato assistito di Annalise, ha avuto svariate relazioni con donne, perfino con una studentessa di Annalise, Laurel Castillo la quale avranno una turbolenta e distruttiva relazione d’amore. Anzi, Frank è completamente ossessionato da Laurel, che a sua volta, manipolerà per i suoi scopi personali. Come Bonnie, anche Frank ha ucciso qualcuno, più di una persona in realtà, è macchiato anche lui di crimini, di oscuri segreti e tormenti di ogni genere, esattamente come Bonnie. Ed è così che quei due, col tempo, capiranno di assomigliarsi abbastanza, di essere innamorati uno dell’altra. Bonnie  e Frank rappresentano i due opposti che si uniscono, si compensano. Bonnie ha vissuto la sua infanzia traviata dal padre. Frank ha “traviato” il padre durante la propria infanzia. Bonnie è una vittima. Frank è un colpevole. Ma Bonnie è forte, Frank è debole. Entrambi vorrebbero scappare da una vita che non hanno mai desiderato, ma entrambi sono intrappolati. Uno dai sensi di colpa, l’altra dalla devozione. Il centro di questo circolo vizioso è senza dubbio Annalise. E se nella quinta stagione per Bonnie non sarà una passeggiata perché, dopo aver scoperto che forse suo figlio fosse vivo ( in realtà non lo è) e aver intrapreso una relazione con Ron Miller, un procuratore che si pensava fosse coinvolto personalmente con  la morte del padre di Nate, ( la quale l’uomo ridurrà Miller in fin di vita)  la donna, dopo aver scoperto quello che ha fatto Nate, sarà costretta ad uccidere l’uomo di cui si era innamorata. Ma ben presto, sperando di aver fatto la cosa giusta perché pensava che l’uomo fosse colpevole dell’omicidio e coprendo Nate, scoprirà che in realtà Miller non era stato lui a commissionare l’assassinio. Inutile dire che Bonnie sarà logorata dai sensi di colpa che si porterà dietro per tanto tempo e troverà in Frank un supporto, perché lei è sempre stata innamorata di lui, ma era lui che era sempre concentrato su Laurel e sul farsi accettare dalla donna in tutti i modi. Per Frank non sarà facile quando Laurel sparirà assieme a Christopher e si penserà che sia stata rapita dai Castillo, ma ben presto, col tempo, Frank capirà che Laurel era una persona deviata e che l’ha usato quasi sempre.

Nella sesta stagione lui e Bonnie si avvicineranno di più, tanto da portare Frank alla conclusione che è Bonnie la donna della sua vita, la donna che l’ha salvato sempre è lei e non Laurel che le ha portato soltanto dolore e disprezzo verso se stesso.  Nella parte del finale della serie, Frank farà una scoperta sconcertante che cambierà la sua vita per sempre: Hannah Keating e Sam erano i suoi genitori. Sam e Hanna ( fratello e sorella) avevano avuto una relazione, un incesto famigliare ed era nato Frank. Annalise e Bonnie l’hanno scoperto in qualche episodio prima, ma sapevano che l’uomo avrebbe perso la testa se l’avrebbe saputo. Ed è così che dopo aver scoperto della morte di sua madre, Hanna è stata trovata morta dopo essersi sparata alla testa, ma Frank sembra disposta a scoprire la verità sulla morte di sua madre. E in qualche modo, dopo aver parlato con Annalise, lui fa capire alla donna che l’ha accolto in casa sua, che l’ha cresciuto come fosse un figlio, che per lei avrebbe fatto di tutto, che l’avrebbe protetta fino alla fine. E negli ultimi minuti, forse quelli che molti non si sarebbero aspettati, anche se Frank non è la prima volta che aveva mostrato segni di cedimento di disperazione, e in questo ultimo episodio, Frank era apparso distrutto e soprafatto, ha estratto la pistola durante la fine del processo di Annalise, e senza pensarci due volte, ha sparato contro la Governatrice Birkhead ( nemico giurato di Annalise) uccidendola sotto gli occhi di tutti.  Ma c’è stato un risvolto drammatico che forse in molti avevano ipotizzato su Frank: l’uomo viene sparato a sua volta dalla polizia e muore tra le braccia inerme e sconvolte di una Bonnie riversa in una pozza di sangue. Ecco che a morire è Frank, e non solo lui. Durante la sparatoria contro Frank, Bonnie ha ricevuto uno dei proiettili, la ferita che ha è letale tanto da portarla a morire tra le braccia distrutte e sofferenti di un Annalise disperata e incredula per aver perso due dei suoi “figli” Bonnie e Frank. Forse Peter Nowalk e gli autori di How To Get Away Whit Murder, hanno pensato bene, a rigor di logica, che farli morire insieme e nello stesso momento e nella stessa forma, sarebbe apparso agli spettatori e fan della serie come  forma poetica e romantica della loro storia d’amore. Come se da sempre, le loro vite, fossero accomunate dallo stesso destino. E che le loro vite, sarebbero cessate in stile “tragedia greca” per accentuare di più il loro amore, la loro relazione e il loro sacrificio. E se ci penso, forse era questa la fine che avrebbero dovuto fare insieme, d’altronde, Bonnie non avrebbe retto alla morte di Frank, avrebbe fatto di tutto per raggiungerlo. Si è sacrificata per amore di Frank, dell’unico uomo che lei abbia mai amato davvero. Mi aspettavo sicuramente un destino diverso, ma è inutile prenderci per i fondelli perché sapevamo che tra Bonnie e Frank, uno dei due sarebbe morto, certo non ci aspettavamo che entrambi sarebbero morti però. Sicuramente avrei voluto un finale diverso per loro, soprattutto dopo tutto quello che avevano passato.

Mi mancherete.


Che dire di questo finale di serie? L’ho trovato dolceamaro.

E’ stato sconvolgente, mi ha fatto piangere di continuo, non credevo ai miei occhi che fosse successo davvero tutto ciò, non ci credevo che la mia coppia preferita, e due protagonisti indiscussi di questa serie, facessero una fine così atroce e tremenda. Ho pianto davvero tanto, è stato doloroso vedere Bonnie distrutta per la morte di Frank, e poi Annalise distrutta mentre perde tra le sue braccia Bonnie. Non era così che doveva andare a finire, secondo me. Mi hanno spezzato il cuore in due parti. E lo dirò,  è vero, avevano commesso enormi errori e svariati omicidi sia Frank che Bonnie, ma non meritavano di morire così. A mio modo di vedere le cose, una fra tutti che avrebbe meritato di morire nel finale doveva essere l’odioso e uomo dal cervello di bradipo Nate Lahey, che con la sua assettata voglia di vendetta ha fatto passi falsi di continuo, ha commesso omicidi volontari e coscienziosi ( Ron Miller e Xavier Castillo) , ha fatto di tutto per avere l’immunità dall’FBI  ed incastrare Annalise per distruggerle la vita, anche se alla fine ha deciso di fare un passo indietro e non ha voluto più portare avanti la faida contro la donna. Ma a parte questo, ai miei occhi, Nate è sempre stato un assassino e uno spietato criminale. Ed era lui che sarebbe dovuto morire in questo finale o che avrebbe dovuto scontare la pena in carcere per tanti anni, non altra gente. E invece no, non soltanto non ha scontato la pena degli omicidi ( insabbiati) ma è riuscito perfino ad aprire un centro di giustizia Lahey: opportunità ai carcerati e alle famiglie, qui si rasenta il ridicolo più totale cari autori di HTGAWM e Nowalk! Avete fatto una grande stronzata con questa cosa, fatevelo dire, perché tra tutti, Nate era quello che non meritava un lieto fine. Ma a parte la nota dolente su Lahey, ho amato vedere due dei personaggi più orrendi, sanguinari e spietati della serie: Jorge Castillo e Lynne Birkhead morire per mano di qualcuno, la Birkhead per mano di Frank, Jorge, credo e suppongo sia stata sua figlia Laurel per tutto quello che ha commesso negli anni. Almeno c’è stata questa  piccola rivincita.

Ma tutti hanno avuto un LIETO FINE nel finale?

Probabilmente sì, perché nell’ultima sequenza vediamo il funerale di Annalise ormai morta dopo la vecchiaia, e sono presenti Eve, nel discorso verso la donna che ha amato da sempre , con parole toccanti e profonde nei confronti di Annalise, poi vediamo Laurel (invecchiata male) che pare abbia mantenuto i rapporti con Annalise , accanto a lei c’è suo figlio Christopher che ha il volto di Wes, suo padre, e che tutti noi avevamo pensato che fosse vivo e che quindi Nowalk ci stesse trollando, anche se alla fine l’ha fatto lo stesso facendo credere al mondo intero che quello lì fosse davvero Wes Gibbins per quasi tutta la sesta stagione, ma non aveva mentito sul fatto che Annalise sarebbe morta, ma l’aveva fatto intuire che sarebbe stata lei a morire nel finale in una tragedia, brutto bastardo di un Nowalk!  Poi abbiamo visto Connor e Oliver (truccati malissimo) invecchiati e insieme, e mi ha reso felice. Non c’è Michaela perché non credo abbia mantenuto dei rapporti con nessuno dopo quello che è successo, ma ha ottenuto il suo giuramento come giudice.  E’ stato bello vedere che Annalise ha vissuto a pieno la sua vita, frequentando Tegan( che le aveva dichiarato i suoi sentimenti durante il processo finale)   è riuscita a salutare sua madre e a lasciarla andare per sempre, Tegan poi è morta e Annalise ha frequentato altre persone nella sua vita ( uomini e donne) almeno è questo che hanno fatto intendere  con la scena delle mani che si intrecciavano, così fino alla fine del suo percorso di vita.

L’ho visto come un finale poetico e un vero e proprio lieto fine per una donna che aveva visto l’inferno milioni di volte, questo era il minimo che meritava la nostra Anna Mae. E per chiusa finale, vogliamo parlare della scena di Christopher che omaggia quella di suo padre Wes in bicicletta all’arrivo della Middleton University, esattamente come suo padre anni prima, nel pilot del 2014 arrivò nell’aula di Annalise? E’ stato emozionante e subito ci ha riportato a quel momento, e anche al jingle “Dark Stormy” che accompagnava la scena iniziale di tutto. Christopher Castillo è in realtà non studente, ma insegnante di Legge, esattamente com’era Annalise, e alla sua classe  e al primo giorno di lezioni, Christopher dirà che il corso  come diceva il suo mentore ( Annalise nel pilot ) si chiamerà “How To Get Away Whit Murder” e mentre lo dirà vedrà l’immagine di Annalise che approva e sorride e poi sparisce nel nulla lasciandoci un senso di tristezza e nostalgia.

E chiudendo per sempre un cerchio.

Addio Annalise, addio How To Get Away Whit Murder.

Mi mancherai.

Domenico Di Pinto

 

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