Puntata dopo puntata, quindi, siamo in grado di ricostruire i vari pezzi del puzzle che ci porterà a comprendere le ragioni della follia omicida di Andrew, ma purtroppo ancora pochissimo spazio è dedicato alla vicenda Versace, il quale viene qui solamente evocato attraverso richiami alla sua attività di stilista e durante un sogno che Andrew fa sotto l’effetto di una pesante droga.
L’aspetto fondamentale di questo episodio è senza dubbio l’interesse ad indagare nella psiche del killer. Una domanda che sorge spontanea durante tutta la narrazione è infatti Perché Andrew inventa tutte queste bugie? e Come riesce a tenerne il conto? E’ chiaro che il ragazzo percepisca che il background familiare in cui è cresciuto, ricco di umiltà e semplicità, non sia adatto ad una personalità come la sua e quindi cerchi di riscattarsi, ma ciò che colpisce è che lo fa in modo sbagliato: non prova a migliorare la sua condizione studiando per trovare un lavoro prestigioso, ma si fa mantenere e inventa bugie su bugie per far credere agli altri di essere colui che non è.
Sperando che la prossima puntata inizi a far luce sul rapporto fra Gianni Versace e il suo assassino, alla prossima settimana,
Martina Torrini