This is US – Recensione e commenti all’episodio 3×02 – A Philadelphia Story

A Philadelphia Story – 3×02 “This is Us”, recensione

Ecco la spinta ( emotiva soprattutto) che ci aspettavamo: adesso siamo ripartiti davvero in quarta e sono tornati i flashback dei Big Three “meno big” di cui ci siamo affezionati. Come sempre cerchiamo di andare per parti…

Partirei già dal “negli episodi precedenti” che ci ricorda di come ognuno di noi ha perso la ragione per cui vive, e proprio quella ragione ( Jack) è il fulcro di tutto in questa puntata anche se ci concentreremo a vedere come le cose hanno cercato di gravitare attorno a lui..

 

Flashback

In questa puntata torniamo indietro a poco dopo la scomparsa di Jack: vediamo una Rebecca sfinita che quasi perde il controllo di come la vita dei loro figli proceda, e i tre figli che cercano di “affrontare” il lutto nel loro modo.

A livello di narrazione della storia Kevin e Kate non hanno nel loro futuro imminente l’intenzione del college e Randall nonostante sia stato accettato alla Howard deciderà di rifiutare, per adesso, per rimanere con la sua famiglia.

 

The Big Three

Tutti e tre sembrano esprimere quasi un conto in sospeso con il proprio padre che in queste nuove puntate penso proprio andremo a scoprire meglio.

 

Randall è sempre stato alla ricerca di sé, della sua vera natura ma ci mostra come in realtà lui sa che fanno parte di sé sia l’essere un ragazzo di colore, sia un figlio adottato, sia un figlio naturale. Lo vediamo dunque impegnato a far “inserire” in qualche modo Deja in un gruppo per renderla felice con se stessa e questo lo porta al centro ricreativo vicino al quartiere in cui abitava suo padre ( l’abitazione comprata da lui) e poi ad impegnarsi un pò troppo nel volerlo “aggiustare” a tutti i costi.

Ebbene sì, io credo che sia importante sottolineare che essere etichettato come nero, adottato o bianco comunque non si tratti di un’ identità. Questo ce lo spiega anche un pò Chi chi, la signora che prima era stata amica del padre biologico di Randall e adesso di Randall stesso ( e che lavora nel centro). L’ identità è una cosa che viene da dentro e che cresce piano piano: Randall ha sempre avuto un padre, Jack. Al di là di ogni colore lui ha amato esattamente come i suoi fratelli suo padre e alla fine ha avuto modo di amare anche il suo padre biologico che lo ha aiutato a scoprire un’ altra parte di sè. Quindi lui è tutto questo: un pò nero, un pò bianco, un pò adottato… è autentico, unico. E’ sempre stato un pò più avanti rispetto la sua età, sempre ( troppo) responsabile, con un epicentro della propria vita spostato verso gli altri e con la costante del “doversi impegnare al massimo sempre”; questo suo affannarsi lo ha portato al suo problema di ansie che abbiamo visto in passato.

Ma alla fine lui chi è? Di nuovo verrà messo tutto in discussione nelle prossime puntate da come ci fa capire il finale in cui lo vediamo rimanere turbato per un’ affermazione di Kate per cui, secondo lei, lei è l’unica a poter trasmettere i geni del padre.

Kevin è esattamente come quel quadro di cui ci parlò un pò di puntate addietro: presenta ogni colore. Lo vediamo intento ad andare alla premiere del suo film in uscita e nonostante lui abbia chiesto precedentemente a Zoe di accompagnarlo, la donna pare non voglia che la storia diventi qualcosa di serio e quindi l’invito viene declinato ( con probabile porta aperta a fine episodio). Anche per lui si preannuncia un viaggio interiore per le prossime puntate ( di cui probabilmente sarà più protagonista, o per lo meno vorrei, in modo da non tralasciare nulla) per la ricerca di sé stesso. Di come lui sia passato dall’essere un campione in campo a papabile campione nella recitazione. Ma anche alla ricerca di cosa vorrebbe ormai nella vita, nella vita personale.

Kate per poterne parlare dobbiamo per forza nominare due parole: sintomo e Toby. Intanto nel flashback vediamo per la prima volta esplicitato in modo chiaro come lei, subito dopo la perdita del padre, abbia perso il controllo della propria vita e la cosa si è riversata sulla perdita di controllo riguardo a ciò che lei portava alla bocca, il cibo. Per questo ho voluto usare la parola “sintomo”. Non parlo dal punto di vista clinico perché non è nemmeno il mio compito farlo, parlo dal punto di vista cronologico e narrativo.  Abbiamo visto il sintomo, la causa, che ha portato ora Kate ad essere in sovrappeso e quindi a dover affrontare questo genere di fecondazione. Lei appunto si è lasciata andare in passato: voleva lasciare andare il dolore, la rabbia… e quindi ha perso completamente il controllo di sé, anche dal punto di vista della carriera scolastica. Poi ho detto “Toby”, perché ormai è impossibile parlare di Kate senza parlare anche di lui, sono effettivamente diventati una coppia, loro due contro tutto… così sembra. Lui è pronto a lottare per lei difendendola a spada tratta anche contro la madre che, quando scopre delle iniezioni, rincara la dose su quanto tutto questo possa essere pericoloso.

Però credo che qui vediamo proprio il “sintomo” di ciò che succederà proprio a lui nel futuro:  è lui sta volta che sta iniziando a perdere probabilmente, di nuovo, il controllo.

Rebecca oggi è stata il mio tallone d’Achille o forse sempre lo è stato e lo sarà. L’abbiamo vista nel flashback come se fosse rotta in mille pezzi e nel futuro più decisa fin troppo fino ad invadere completamente gli spazi di Kate per poi lasciar cadere di nuovo i “muri” che la dividono dalla figlia. Faccio sempre molta fatica a soffermarmi su di lei per via di quest’altra parola: compassione. Il suo vero significato vuol dire proprio “ soffrire insieme” ed è questo potere che questo personaggio (magnificamente interpretato da Mandy Moore) sta riuscendo ad avere su di noi, o per lo meno su di me. Non riesco proprio ad immaginare cosa possa voler dire perdere la tua persona, la tua esatta metà.. l’unica che è in grado appunto di rimettere insieme i pezzi. Ma allo stesso tempo è come se per tutto l’episodio, come in altre occasioni, io l’abbia sentito ugualmente. Rebecca è tremendamente forte, nonostante abbia sbagliato se proprio così vogliamo dire, e non riesco comunque a farne una colpa ( chi siamo per giudicarla in fin dei conti?), vediamo come per forza abbia dovuto contare su se stessa al di là di chi fosse con Jack. Forse si renderà proprio conto che per quanto lei lo abbia amato, sarà più giusto amare se stessi di più per poter meglio amare chi ancora nella vita aveva attorno (ben tre figli tra l’altro!).

COMMENTI

 

  • Ciò che amo di più di questo episodio e dell’intera serie è come riesca ad affrontare i problemi interiori forse più grandi ( mio misero e umile parere) che ognuno di noi durante la vita quotidiana si ritrova affrontare. Di come tutto ciò di cui tratti sia tremendamente vero, concreto e facile da riversare nella nostra vita. Tutti i personaggi a proprio modo stanno cercando chi sono, chi nel modo meno o più corretto ( di nuovo non saprei giudicare). I 4 personaggi principali, Rebecca, Randall, Kate e Kevin.. una famiglia che, nel modo migliore possibile ( il loro modo) hanno cercato di affrontare un’ enorme perdita, costruire e/o ricostruire la propria vita e che adesso sta cercando di vedere come il puzzle della propria vita debba essere completato. Credo che l’affrontare tutto ciò e parlarne, come il trattare alcuni disturbi come quello alimentare, l’ ansia, l’alcolismo/dipendenze varie.. sia una cosa necessaria ma, soprattutto al giorno nostro, chiunque tenta di dire la propria anche malamente. Penso, dunque, che questa serie sia davvero in grado di farlo senza pregiudizi e senza essere superficiali e frettolosi e proprio per questo continuerei a guardarla e consigliarla a tutti (e per questo ho scelto di iniziare a recensire partendo da qui.)

 

 

Siamo giunti anche questa settimana alla fine della mia recensione. Forse questa volta si evince un pò di più un modo personale della mia visione del tutto, e spero che questo non abbia offeso o urtato qualcuno.

Da adesso credo che entreremo sempre di più nel cuore della situazione quindi mi sa che a breve ci sarà un trapianto perché il mio andrà sempre più in mille pezzi. Alla prossima puntata e grazie per avermi letta!

La vostra, nuova, Francesca

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