Recensione Avengers: Endgame

Avengers: Endgame. La fine di un’era

Dal 24 aprile i fan Marvel di tutto il mondo si sono riversati nelle sale cinematografiche per vedere l’ultimo e attesissimo film della saga degli Avengers. Le aspettative per la pellicola erano molto alte e il film ha ottenuto incassi da record. Basti pensare che Endgame ha raggiunto il titolo di miglior incasso di tutti i tempi nel weekend di apertura. 

[Attenzione: l’articolo contiene spoiler]

Rimasti col fiato sospeso per un anno, finalmente siamo pronti per tornare nelle sale e sapere come gli Avengers affronteranno Thanos dopo il tragico epilogo di Infinity War. La scena iniziale è perfetta per descrivere lo stato di disperazione dei superstiti dopo l’intervento di Thanos. I primi minuti del film riprendono quindi proprio lo scenario post disfatta del film precedente. Il ritmo è lento e l’atmosfera decisamente greve. Impossibile non rimanere colpiti dal dolore dei sopravvissuti, specialmente quello di Steve Rogers (Capitan America) e Natasha Romanoff (Black Widow). Ci si trova perciò davanti ad uno stile decisamente diverso da quello a cui la Marvel ha abituato dopo tutti questi anni, ma necessario a far comprendere la gravità dei fatti a cui ci si trova davanti. Non bisogna dimenticare, infatti, che per gli Avengers è stata la peggiore delle sconfitte, ed effettivamente anche lo spettatore si sente impotente come i protagonisti.

Dopo un colpo di scena iniziale in cui i vendicatori rimasti uccidono Thanos (sollevando domande su come possa continuare il film e perché in Infinity War non ci fossero riusciti, vista la semplicità dell’opera), passano alcuni anni. Ed è qui che lo scenario cambia, mostrando come gli ex Avengers hanno deciso di portare avanti le loro vite. L’unico che sembra aver avuto un lieto fine è Tony Stark (Iron man), mentre gli altri cercano di sopravvivere. La trama entra nel vivo quando Scott Lang (Ant Man) ricompare dal regno quantico e dice che può esserci una possibilità di riportare l’universo com’era prima dell’intervento di Thanos. Si arriva qui ad una infelice scelta da parte degli autori, ovvero quella di trasfigurare Thor in una caricatura di se stesso (e anche dell’ Acquaman di Jason Momoa). L’impatto iniziale può far sorridere, ed è anche coerente con il clima di disperazione descritto sopra. È plausibile infatti che anche il migliore degli eroi dopo una tale disfatta abbia una crisi che lo porti a dover intraprendere un lavoro su di sé, ma questo suo stato fisico e psicologico rende il personaggio quasi inutile e persino fuori luogo in una situazione come questa. 

La trama prosegue senza particolari momenti salienti, ma l’attenzione dello spettatore è comunque massima. Gli Avengers stanno recuperando dal passato le gemme dell’infinito, e ciò porta a rivivere alcune scene dei film precedenti, giusto per farci venire nostalgia degli anni passati in compagnia dei personaggi Marvel. Si arriva quindi ad un momento che sarebbe dovuto essere di massima tensione, ma che in realtà avrebbe potuto essere rappresentato con più drammaticità e attenzione. Natasha e Clint (Occhio di falco) devono recuperare la Gemma dell’Anima, e per farlo uno dei due deve sacrificare la propria vita. Entrambi vogliono che l’altro rimanga in vita, ma alla fine a sacrificarsi è Natasha. In seguito la morte della donna viene quasi liquidata con qualche frase, ma nulla di più.

La pellicola però offre i suoi momenti migliori nella seconda parte, quando ricomincia la battaglia contro Thanos e il suo esercito. In realtà è come vivere un déjà-vu, perché si ripete la stessa battaglia vista in Infinity War. Qui la tensione è alle stelle, anche perché è scontato che qualcuno perda la vita in battaglia. Un fantastico colpo di scena arriva quando Capitan America si dimostra degno del martello di Thor, impugnandolo contro Thanos. Già in passato Rogers aveva mosso il martello divino, ma non ci si aspettava che ciò venisse ripreso proprio ora.

È una delusione invece il personaggio di Capitan Marvel, verso cui si nutrivano grandi aspettative. Certo è stata di aiuto nella parte iniziale del film, e senza dubbio ha dei poteri impareggiabili, ma contro Thanos non riesce ad avere la meglio e si gode solo pochi minuti di attenzione. Quando il film su Capitan Marvel uscì lo scorso marzo, la Marvel aveva fatto intendere che quello di Carol Danvers sarebbe stato un personaggio chiave per Endgame. Che lo abbiano fatto per stimolare gli incassi di Capitan Marvel?

Il film ormai è al termine, e l’epilogo è decisamente commovente. La scena del lago è perfetta per chiudere Endgame, un film in cui più universi si sono incontrati e i personaggi più diversi hanno combattuto fianco a fianco. A rendere il tutto ancora più toccante è il lieto fine di Steve Rogers, e il suo passaggio del testimone del ruolo di Capitan America. Questo fa pensare che in futuro potrebbero esserci nuovi film con questo titolo, ma ovviamente con un protagonista diverso.

Endgame è un’ottimo epilogo. I colpi di scena non sono stati numerosi, ma il film ha fatto provare allo spettatore una molteplicità di emozioni, ed è stato in grado di concludere le trame in ballo. La questione dei viaggi nel tempo è però spinosa e contorta: infatti, la spiegazione di Capitan America su come abbia vissuto la sua vita tornando indietro nel tempo lascia qualche punto interrogativo.

La morte di Tony Stark e l’addio di Steve Rogers, i due personaggi più forti di Endgame e leader della squadra dei vendicatori, segnano ufficialmente la fine di un’era, quella degli Avengers. 

 

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