N.B. In questa recensione ovviamente ci saranno un po’ di spoiler e quindi per chi ancora non l’ha vista ed è molto interessato consiglio vivamente di non proseguire oltre.
Trama e pilot
Good omens è ambientato ai giorni nostri, nel 2018, in Inghilterra. Un demone ed un angelo che si sono abituati ai costumi della terra devono collaborare per impedire la venuta dell’anticristo e quindi di conseguenza l’apocalisse. Il pilot ci presenta subito questo plot da cui prende spunto l’intera miniseria. Con questo si nota una certa coerenza con il libro stesso dato che lo sceneggiatore di questa miniserie è lo stesso Gaiman. I primi 20 minuti in cui si ha l’evento che aziona la catena di eventi sono molto divertenti e si ha una sorta di “commedia degli equivoci”. Dato che l’anticristo che era stato affidato a Crowley doveva essere scambiato con un bambino di un ambasciatore americano invece sarà affidato ad una normale famiglia di un paesino sconosciuto dell’inghilterra. Crowley e Azraphael collaborano per dare un educazione al bambino dell’ambasciatore ma solamente quando compirà 11 anni si renderanno conto che si sono occupati del bambino sbagliato.
Personaggi principali e sviluppi dal 2 episodio
Nella 2 puntata vengono introdotti altri personaggi importanti :Newton Pulsifer (Jack whitehall) e Anathema Device (Adria Arjona). Newton è un discendente di un cacciatore di streghe invece Anathema di una strega vera e propria. In questa miniserie l’aspetto in cui Gaiman si è maggiormente incentrato è stato quello sul rapporto tra il demone e l’angelo. Un rapporto che nelle prime puntate non ci viene ben chiarito solamente nei primi 20 minuti della 4 puntata c’è una lunga digressione che ci fa comprendere il rapporto che si è instaurato tra i 2 nel corso dei secoli. Viene ripercorsa tutta la loro storia nei veri episodi che hanno scandito la storia dell’uomo ( la crocifissione di Gesù Cristo, L’antica Roma, Shakespeare, la rivoluzione francese , la 2 guerra mondiale). Questi 20 minuti sono molto utili e ci fanno comprendere come finirà la vicenda. Molto più banale e scontata la storia tra Anathema e Newton. Infatti a parte i 2 protagonisti i personaggi secondari in questa miniserie non riescono ad ingranare. Anche se Sheen e Tennant sono due grandi attori una serie per essere ben riuscita non si può basare solo su 2 personaggi ben riusciti. La comicità inglese anche in questo caso è ottima anche per essere soltanto una miniserie il ritmo della narrazione è molto lento e compassato.
Ambientazioni, fotografie e regia
Le ambientazioni sono ovviamente anche loro tutte inglesi. La fotografia è molto buona. La regia tutto sommato è sufficiente anche se vi sono sequenze in cui si vuole dare un effetto psichedelico che non sono molto riuscite.
Commento finale e voto
In conclusione il prodotto è sufficiente, godibile soprattutto grazie ai 2 protagonisti invece le stoorie secondarie sono un po’ stirate. La scelta di fare una miniserie invece che una serie vera e propria secondo me è buona perché comunque l’opera da cui è tratta è auto-conclusiva e non lascia spazio a stravolgimenti eccessivi.
7