Siamo in una Los Angeles distopica in cui Rick Deckard (Harrison Ford) ormai fuori servizio viene nuovamente reclutato dalla polizia per un’indagine su alcuni replicanti in fuga. L’incipit classico del noir dĂ vita a una costruzione delle immagini molto interessante, in cui un’attenta scelta per i dettagli contribuisce a realizzare un’atmosfera di tensione costante. La sceneggiatura di Blade Runner si sofferma su temi molti cari a una recentissima serie televisiva di successo,ovvero Westworld; la differenza tra umani e replicanti ci viene mostrata attraverso gli occhi dubbiosi del protagonista. Rick Deckard a causa delle vicissitudini capirĂ che uomo e macchina sono entrambi esempi imperfetti di creazione, noi come loro possediamo ricordi di momenti passati ed esattamente come loro abbiamo sentimenti. I replicanti attraverso l’esperienza della vita sviluppano una coscienza in grado di produrre pensieri non auto programmati,tutto ciĂ² restituisce allo spettatore una riflessione sul concetto di vita e di schiavitĂ¹;quando una persona non è libera di agire secondo il proprio pensiero cessa di essere umano.
La messa in scena durante gli esterni si concentra su un blu cupo,una pioggia incessante non smette mai di colpire il protagonista trasformando ogni inquadratura in una continua riflessione del protagonista sul suo operato. La regia svolge un ruolo fondamentale, non ci sono virtuosismi di macchina ma Ridley Scott sceglie il punto macchina con estrema accuratezza per restituirci una notevole visione della sua opera; anche il montaggio è ben realizzato , esso sfrutta benissimo le possibilitĂ di gestazione dei tempi. La realizzazione di quest’opera è ancora una delle piĂ¹ importanti nel suo genere,sfruttando benissimo la materia cinematografica Ridley Scott riprende una visione futura con estrema luciditĂ ;ancora adesso uno degli esempi piĂ¹ importanti di fantascienza della storia del cinema.