Prison Break – Il ritorno della serie cult – Recensione 5×01

In collaborazione con blogames.it 

Quando nel 2009 Prison Break mise un punto fermo alla sua produzione, niente avrebbe fatto pensare alla possibilità di una nuova stagione. E invece nel 2015 le prime voci su un possibile ritorno della serie di culto iniziarono a circolare, fino a diventare concrete, con grande entusiasmo da parte dei fan e di noi di blogames.it. Così, dopo otto anni dall’ultimo episodio, Prison Break torna sugli schermi e con esso una sorprendente verità.

Prison Break: il ritorno di Michael Scofield

Così si era concluso il capitolo dedicato alla vita dei fratelli Scofield/Burrows, con una pietra tombale che poco lasciava all’immaginazione. Con un problema al cervello in fase terminale e la volontà di usare, ancora una volta, le sue straordinarie abilità per far evadere di prigione qualcuno a lui caro, Michael si era sacrificato per la propria famiglia, rimanendo tragicamente ucciso durante un’esplosione. O almeno così sembrava; perché ora, dopo anni di silenzio, qualcuno sembra avere notizie diverse, notizie che sembrano assicurare che  il geniale Michael Scofield è ancora vivo, ma tenuto prigioniero nello Yemen, paese in cui è in corso una tremenda guerra civile.

Costretto nel carcere di Ogygia sotto il falso nome di Kaniel Outi, Michael sembra essere tenuto prigioniero in qualità di terrorista, una volta attivo per il fronte islamico. Cosa c’è di vero? Il pilot non ce lo rivela, ma ciò che ci mostra è il rovesciamento della dinamica che avevamo trovato nella prima stagione: ora è Michael, non Lincoln, ad essere incarcerato e sarà suo fratello a tentare il tutto e per tutto nel tentativo di farlo uscire. E al fianco di Lincoln ritroviamo la vecchia squadra, tra cui Sucre, il migliore amico di Michael, l’immancabile C-Note e il carismatico T-Bag, colui che inizialmente aveva fornito a Lincoln le prove dell’effettiva sopravvivenza di Michael.
Un ruolo, se pur marginale in relazione alla trama principale, è dedicato anche a Sara – moglie di Michael – che nel frattempo si è sposata nuovamente con un uomo di nome Jacob Anton Ness, e con lui ha cresciuto il piccolo Mike, il figlio avuto con Michael che ad oggi ha sette anni.

Prison Break: nuovi tatuaggi per Michael Scofield

Al tempo della première Prison Break si era distinta per un fattore particolare; la genialità di Micheal Scofield, prima ragazzo prodigio e poi – per amore di suo fratello – , carcerato. Un piano perfetto era stato elaborato dal protagonista, intenzionato a far evadere Lincoln, all’epoca innocente, di prigione. E la chiave di tutto ciò era una serie di tatuaggi incredibili, con cui Michael aveva ricoperto tutto il suo corpo. Idea assolutamente anticonvenzionale, quella di Scofield si rivelò essere una mossa vincente, permettendo ai due fratelli (e a un più fitto numero di carcerati) di evadere dalla prigione. Quei tatuaggi avevano rappresentato la loro salvezza.
E ora? La mappa nascosta nei tatuaggi di Michael era stata, nel corso delle precedenti stagioni, erosa dalla sua pelle, rendendola nuovamente una tela pronta a una nuova riscrittura. E come un antico palinsesto, così è stato, nuovi tatuaggi appaiono in questo pilot, due occhi incisi sui palmi delle mani, insieme ad altri simboli e iscrizioni: che siano, ancora una volta, la chiave per fuggire? Questo non ci è dato saperlo; perché tra le tante, probabilmente troppe, informazioni rivelataci, quella dei tatuaggi non compare, almeno per il momento.

Prison Break: troppe informazioni in una volta sola?

Troppe informazioni abbiamo detto, o più che altro poco tempo per trattar ogni cosa con dovuto riguardo. Questa nuova stagione, una miniserie per la verità, è iniziata scoprendo subito le carte in tavola, senza lasciarci altro quesito se non come Michael è scampato a morte certa e cosa sia accaduto a Scofield durante quegli anni di presunta scomparsa. Una panoramica generale, invece, è stata data su tutti gli altri personaggi, ed è questa forse la pecca principale di un pilot altrimenti ben gestito. Nessun approfondimento per nessuno dei protagonisti, solo lievi accenni e qualche minuto a loro dedicato; ciò non ha permesso allo spettatore di rivivere le emozioni del passato, rivisitando i legami stabiliti con i personaggi più apprezzati. E oltre a ciò, forse un po’ troppo frettolosa si è rivelata essere la dinamica del complotto, piazzata sullo schermo senza nessuna base o giustificazione di sorta. Perché sta accadendo proprio ora? Perché niente è successo durante questi anni di totale silenzio?

Nonostante tutto questo, tuttavia, la puntata si è rivelata essere un ottimo prodotto, pur ricalcando l’ombra delle precedenti con evidenza. Ora, tutto ciò che possiamo fare è attendere il nuovo episodio, con la speranza che un ridimensionamento avvenga sul superfluo e che gli elementi scottanti vengano approfonditi con maggiore riguardo.

Scritto da Marzia Meddi

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