Youth-La giovinezza. L’inesorabile trascorrere del tempo.

Un albergo in Svizzera diventa l’occasione di Sorrentino per descrivere il dolore di dimenticare la propria vita attraverso personaggi di notevole spessore artistico, narrando il soggiorno di persone che sono costrette a riflettere sul loro passato e futuro. Fred Ballinger è un compositore in pensione che ha abbandonato ogni sorta di legame con il passato da musicista, nonostante sia ancora in grado di dirigere, egli trascorre le giornate tra cure e passeggiate con altri residenti dell’albergo tra cui spicca Mick Boyle, un regista dedito al suo testamento artistico. Durante la visione del lungometraggio saremo invasi da personaggi alla ricerca della giovinezza, non intesa come semplice periodo di crescita ma come istante di spensieratezza e forza vitale.

La caratterizzazione dei personaggi pone in primo piano la memoria del passato sempre più lontana, in contrapposizione con la facoltà di ricordare di Jimmy Tree, un attore impegnato nello studio di un personaggio da interpretare, il quale è stanco di un ruolo del passato con cui viene sempre riconosciuto tramite il ricordo, il quale è inserito in ogni dialogo qualunque sia la natura del discorso espresso dai personaggi, sospesi in un limbo in cui il tempo libero a loro disposizione diventa sinonimo di dolore a causa delle riflessioni sul presente schiavo del passato. Youth è una pellicola corale in cui personaggi sono sempre ripresi da Sorrentino da varie angolazioni in cui la fotografia risalta luci e ombre sul viso sempre colmo di incertezze,le quali possono avere gravi finali.

Fred Ballinger pur essendo lontanissimo dal musicista annoiato Cheyenne condivide una ricerca del proprio ricordo in cui era pieno di vita e speranze, mentre il regista Boyle non ha smesso di credere in un sogno andato via con il proprio passato,inoltre viene messo in luce il rapporto con Brenda Morel chiarendo il punto di vista Sorrentiniano sulla televisione sempre più importante nel nostro periodo. La poetica del cineasta esaltato e denigrato dalla critica ritorna con un’opera più matura e consapevole, in cui la macchina da presa offre meno virtuosismi e si concentra sui personaggi, dove carrelli molto lenti dipingono uno scenario in cui è facile perdersi tra le vie della propria mente. Youth ha una messa in scena notevole in cui regia, fotografia e montaggio sono molto curati al servizio di una pellicola in cui le memorie della giovinezza vengono contrapposte alle sfide future che saremo costretti ad affrontare.

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