The Haunting of Bly Manor – Recensione serie Netflix

 

Torna Mike Flanagan e ci consegna su Netflix la seconda storia della sua serie antologica: The Haunting of Bly Manor.

Una premessa è doverosa: non aspettatevi il sequel di Hill House.

Partiamo dall’inizio.

Dani è una ragazza che arriva in Inghilterra dopo aver risposto all’annuncio di un uomo che cerca una tutrice per i suoi nipoti orfani che vivono nella tenuta di famiglia: Bly Manor.

La ragazza verrà assunta e si trasferirà nella magione dove conoscerà Flora e Miles, i due ragazzini tanto gentili e bene educati quanto strani e il personale della villa: Hanna la governante, Owen il cuoco e Jamie la giardiniera.

Ci vorrà poco prima che la situazione inizi a diventare spaventosa per Dani e che tutti i segreti di Bly vengano a galla.

Come per Hill House, anche lo script di questa stagione prende vita dall’adattamento di un romanzo, “ Il giro di vite” di Harry James.

Memori della paura che incuteva la prima parte di questa serie, siamo portati a pensare che Bly Manor faccia lo stesso effetto, ma non è così.

La storia che si cela dietro il racconto inquieto e teso che guardiamo è una storia d’amore, anzi, sono storie d’amore.

Flanagan questa volta non spinge sul pedale dello spavento ma su quello dell’inquietudine. Anche qui come in Hill House ci sono tematiche forti e si parte da una base che è quella da cui scaturisce tutto, le relazioni familiari.

Miles e Flora perdono i genitori in un incidente stradale e lo zio, perseguitato dai suoi fantasmi personali, non sa prendersene cura.

L’educazione già ben indirizzata viene quindi successivamente seguita dalla tutrice Dani dopo che la precedente istruttrice, la signorina Rebecca, muore anch’essa in circostanze misteriose.

Tutto a Bly Manor gira intorno a sentimenti forti che possono essere al tempo stesso forza e orrore, vita e morte.

I fantasmi che infestano la casa non sono spaventosi, non sono invadenti, sono presenti. Ognuno di loro resta lì e osserva, fa parte del dolore di cui la casa è pregna a causa delle tragedie che si sono succedute tra i suoi abitanti.

Ogni personaggio lotta con una perdita, vive il lutto, vive la scomparsa e vive soprattutto la colpa. Il senso di colpa pervade le vite di tutti e blocca l’evoluzione delle loro vite. Tutti sono fermi a Bly Manor, nessuno procede, finché le storie d’amore e i segreti oscuri che riempiono le stanze, i corridoi, i giardini della tenuta non verranno scoperti.

Tornando a ciò che dicevamo all’inizio, The Haunting of Bly Manor non è una serie horror in quanto tale, ma una serie che parla di dolore e sentimenti poggiandosi su un velo horror, usandolo per mostrarci quanto può esserci di inquieto e buio nelle anime di persone che non riescono a superare il loro senso di colpa e quanto l’amore possa essere salvezza o condanna. 

Menzione speciale va al cast che dà un tocco in più alla serie: da Victoria Pedretti (Dani) a T’Nia Miller (Hanna), passando per le performance di alto livello di Amelie Bea Smith (Flora) e Bemjamin Evan Ainsworth (Miles), tutti contribuiscono ottimamente a portare sullo schermo le angosce della vita a Bly Manor .

DA GUARDARE: Sì, perché seppur narrata tramite l’horror, la serie parla di tematiche universali che possono toccare le corde emotive di molte persone, ancora di più se siete a vostro agio con il genere. 

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