The Good Doctor – Recensione 1×15 – “Heartfelt”

Dopo la pausa per le olimpiadi The Good Doctor torna sugli schermi americani con il 15° episodio della sua prima stagione intitolato “Heartfelt”. Tutti gli episodi precedenti sono stati efficaci e appassionati, quindi questa puntata può puntare su una base molto solida e così facendo riesce a presentare un episodio convincente anche se in realtà presenta poche novità rispetto al passato. Il focus è sempre puntato prima sui personaggi, e poi sulle storie, ma qui più che sul loro sviluppo si punta su un episodio di transizione che li porti verso gli ultimi episodi della stagione.

Come sempre la “squadra” di dottori è divisa per seguire due diversi casi medici. Da una parte ci sono Claire, i dottor Melendez e Kalu e il dottor Alex Park, il nuovo personaggio che viene introdotto in quest’episodio. Questi si dovranno occupare di un trapianto di fegato molto complicato non solo perché il paziente è un bambino, ma soprattutto perché il donatore è un pluriomicida. Park, essendo un ex poliziotto è poco incline a credere alle buone intenzione del killer, mentre Claire, come sempre, cerca di comprendere i pazienti e di dare fiducia al detenuto. Ma il vero focus di questa trama non è tanto il diverso approccio dei due dottori, quanto piuttosto la storia in sé. Questa non solo è appassionante perché controversa, ma soprattutto riesce a toccare le corde emotive dello spettatore grazie ad una scrittura che non accenna mai a calare di qualità. Il tutto quindi risulta molto convincente ed efficace il che rende l’episodio solidissimo perché un altro suo punto forte è il fatto che questa trama si amalgama alla perfezione con l’altra storyline. Se, infatti, le due storie sono completamente diverse il montaggio efficace riesce a dare il giusto appiglio ad ogni scena riuscendo a compattare l’episodio nel modo migliore.

Questa seconda trama vede coinvolti le dottoresse Lim e Reznick e il nostro Shaun Murphy. Nonostante il caso medico sembri molto complicato, la risoluzione è forse fin troppo semplicistica il che non permette di apprezzarlo pienamente. Si riesce ad apprezzare, invece, il rapporto che si sta creando tra la Reznick e Murphy perché da un lato permette di conoscere sempre meglio il nuovo personaggio e dall’altro di continuare a esplorare il protagonista che proprio grazie a le interazioni con la nuova dottoressa riuscirà ad aprirsi ed “accettare il pubblico” intorno a sé come si vede chiaramente nei minuti finale durante il ballo di beneficenza organizzato dall’ospedale. Oltre a questo, durante questa festa, Jared decide di lasciare Claire, il che potrebbe portare dei benefici ad entrambi visto che in precedenza la loro storia era stata praticamente sempre sullo sfondo e non gestita mai nel migliore dei modi. A pochi episodi dalla fine, quindi, The Good Doctor frena sullo sviluppo dei personaggi, ma gli autori, ben consci che per funzionare questo show deve puntare su di loro, decidono di mettere in scena situazioni di preparazione per traghettarli, insieme agli spettatori, verso un finale che date le premesse si preannuncia molto interessante.

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