The Good Doctor – Recensione 1×08 – Apple

L’ottavo episodio di questa sempre più convincente prima stagione di The Good Doctor è “Apple”, titolo quanto mai giusto visto che accade tutto per una mela. Messa così, l’episodio sembra essere banale, ma in realtà da un presupposto scontato la serie riesce a tirar fuori un ottimo episodio sempre grazie al suo più grande punto di forza, cioè il protagonista.

Quando Lea, la vicina di casa di Shaun, fa un’improvvisata a casa del vicino per lamentarsi del comportamento del padrone di casa, dal nervosismo da un morso alla mela che stava per mangiare Shaun. Da qui si scatenano una serie di eventi che porteranno ad un ottimo approfondimento di Murphy perché lui andrà a comprare una male e nel frattempo nel negozio entrerà un ladro che infastidito dal comportamento di Murphy sparerà ad un’altra cliente del negozio. Da quel momento in poi Shaun sarà letteralmente ossessionato dal curare la ragazza perché si sente responsabile dell’accaduto. Per tutto l’episodio il nostro protagonista non dirà a nessuno come si sente, ma da un semplice sguardo lo spettatore capisce che Shaun sta soffrendo molto ed è devastato dal senso di colpo. Se i primi sette episodi erano serviti per conoscere il protagonista e iniziare un suo approfondimento, in quest’episodio si va oltre perché ci si avvicina definitamente ad un personaggio che ad ogni episodio mette in luce un lato diverso e che, pian piano, si sta rivelando al suo pubblico come un personaggio pieno di sfaccettature e che quindi non è mai limitato dalla sua sindrome. Vedere Shaun sbagliare almeno due volte per poi riparare sempre al torto e, infine, sfogarsi con Lea ha permesso in un solo episodio di delineare in modo definitivo la figura del protagonista e lanciare dei nuovi aspetti da esplorare nei prossimi episodi.

Ecco quindi che la scrittura è sempre più convincente e sempre più coinvolgente, sia per il suo protagonista, sia perché al serie non si dimentica mai degli altri personaggi, infatti, c’è anche una sotto trama è dedicata a Claire. Anche questa parte da presupposti banali, perché la dottoressa dovrà curare il rapinatore che, oltre ad essere un delinquente, è anche un razzista. Il presupposto per cui i dottori si trovano in difficoltà a curare pazienti razzisti e che fanno del male ad altre persone è uno dei più usati e abusati dei medical drama. Ma anche qui, la scrittura mette al centro il personaggio e non la storia e questo fa funzionare il tutto. Tutto quello che accade è abbastanza scontato e già visto, ma sembra chiara l’intenzione degli autori di far passare Claire per questa fase per permettere un maggiore crescita del personaggio. Fino a quando The Good Doctor metterà così in primo piano i suoi personaggi, potrà anche limitarsi a presentare qualche sotto trama scontata perché comunque il tutto risulterà sempre appassionante. In sostanza, quindi, la serie consolida tutti gli aspetti impostati nei primi episodi e inizia ad esplorane altri per consentire un buon sviluppo dei suoi protagonisti. Se la strada continuerà ad essere questa, non dubitiamo che la serie saprà catturare sempre nuovi spettatori e quindi diventare ancora più forte.

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