Smetto Quando Voglio. Da Breaking Bad alla commedia di Sibilia.

In occasione del secondo capitolo nelle sale, di una trilogia già annunciata, vi propongo la recensione che tratta la genesi  della banda di spacciatori che strizza l’occhio alla serie tv creata da Vince Gilligan.

Smetto Quando Voglio è un progetto che allucinante grazie ai suoi personaggi sfaccettati in modo impeccabile, il suo stile nella sceneggiatura che spazia dai toni drammatici a quelli più comuni della commedia.. In un’Italia sempre più decadente a causa della sua classe politica,moltissimi laureati non riescono a trovare il giusto merito nel mondo del lavoro; Pietro Zinni è un neurobiologo che non riesce a uscire dalla precarietà,decide di sacrificare la sua morale per vivere una vita non più colma di stenti e decide tra varie vicissitudini di organizzare una banda impegnata nella vendita delle smart drugs. .

Durante tutta la pellicola si respira l’atmosfera di Breaking Bad resa dal regista Sydney Sibilia  meno drammatica; nonostante l’influenza della premiata serie americana, Smetto Quando Voglio è un prodotto che si distacca dalle tematiche di quest’ultima,raccontando una fase di precarietà italiana in cui moltissimi intellettuali sono allo sbando. La sceneggiatura insiste sulla tematica del precariato in ogni dialogo, ogni personaggio è mosso dall’insoddisfazione di non avere un lavoro per il quale si ha studiato per tanti anni; sebbene non c’è un’analisi approfondita delle sfaccettature dei protagonisti il risultato è ottimo grazie anche alla messa in scena alienante di Sydney Sibilia.

Il regista attraverso una regia molto solida e piena di guizzi realizza un prodotto estraneo al panorama italiano,anche la composizione dell’immagine è molto curata e mai lasciata al caso;la fotografia di Vladan Radovic instaura in ogni inquadratura un impianto luci che utilizza molti filtri,coadiuvato da una realizzazione extra-diegetica. Il montaggio è ipercinetico solo quando c’è uno scopo ed inoltre Sydney Sibilia attraverso l’intera messa in scena ci mostra il disagio che i personaggi sono costretti ad affrontare in un sistema sempre più alienante, esattamente come la fotografia tende a sottolineare grazie a un giallo molto cupo.

Smetto Quando Voglio dimostra ancora una volta, forse, una rinascita del cinema italiano grazie a molte pellicole recenti; Sibilia con questa pellicola vuole raccontare un’Italia senza maschere, priva di personaggi completamenti positivi che non possono essere corrotti dal denaro e dal potere.

 

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