Salvation – Recensione 1×06 – “Chip Off the Ol’ Block”

“Chip Off the Ol’ Block”. Questo è il titolo del sesto episodio di Salvation, serie che ormai è arrivata praticamente a metà stagione e si riconferma su livelli mediocri e poco convincenti. I problemi non stanno tanto nei fatti che vengono raccontati, ma nel mondo in cui vengono raccontati. Infatti gli avvenimenti sono decisamente importanti e segnano il percorso della serie nei prossimi episodi, ma sono raccontati con una superficialità e distaccamento abbastanza disarmanti, e se gli stessi autori che raccontano la storia sono distaccati, si può immaginare quanto possano essere legati all’episodio e alla serie in generale gli spettatori.

 

Partendo dalle storie di contorno, si può vedere come la narrazione della storia di Liam con Jillian o della famiglia di Grace o, ancora, delle confessioni tra Grace e Darius è tutta improntata sul cercare in tutti i modi di far empatizzare  il pubblico con i personaggi, ma con una scrittura debole e scontata si ha esattamente l’effetto opposto con lo spettatore che vede queste scene come un contorno insoddisfacente e abbastanza noioso. Se si passa poi alla storia principale, l’aspetto sicuramente più importante e positivo è l’ingresso in scena di Nicolas, cioè lo zio di Darius, che è interpretato dal sempre ottimo John Noble, infatti, nelle pochissime scene in cui compare, riesce a cattura l’attenzione e a far passare in secondo piano quelli che dovrebbero essere i protagonisti della vicenda. Purtroppo, però, l’aspetto negativo resta ancora una volta il modo in cui gli autori decidono di raccontare la storia principale, infatti l’episodio scorre via senza mai riuscire davvero a carpire l’attenzione di chi guarda. Questo avviene perché Salvation continua a commettere gli stessi errori degli episodi precedenti.  Il governo, questa volta nella figura del Segretario della Difesa, che si comporta abbastanza da ingenuo perché il vero obbiettivo non è salvare il mondo, ma dimostrare di essere migliore dei russi; passando al fatto che il vicesegretario della Difesa possa prendere parte ad una missione illegale in uno Stato straniero senza avere nessun tipo di conseguenza sono la chiara rappresentazione del fatto che la serie è caratterizzata da una scrittura troppo banale e inefficace per risultare credibile e riuscire a fare quel salto di qualità che ormai si aspetta dal pilot, ma che non arriva mai.

 

E’ sempre più difficile capire perché gli autori abbiano deciso di non dare quel qualcosa in più che potesse aumentare l’interesse e l’attenzione di un pubblico che, anche se appassionato del genere, rimane sempre più scettico sugli avvenimenti che si susseguono sullo schermo. Ormai dopo sei episodio il quadro è chiaro e sicuramente non è positivo per la serie, infatti anche se la serie avrebbe un gran potenziale(dimostrato in parte dal quarto episodio), gli autori continuano a portare avanti la serie senza sfruttarlo rimanendo ancorati a situazioni troppo prevedibili, inverosimili e inconsistenti. Al momento mancano sette episodi per la fine della stagione, quindi in linea teorica ci sarebbe tutto il tempo e lo spazio necessario per portare la serie verso altri lidi, ma la lezione imparata da questi primi sei episodi non fa sperare per il meglio e questo è un gran peccato perché quando ci si accorge che una serie, per un motivo o per un altro, non sfrutta appieno il suo potenziale è sempre doloroso per coloro che si sono appassionati alla serie.

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