Recensione Tredici 1×08 – Cassetta 4 Parte B

Nell’ottavo episodio di Tredici Hannah entra a far parte di un club di poesia, frequentato anche da Ryan Shaver. Ryan è il direttore del giornalino della scuola, lo stesso giornalino che aveva diffuso la lista dei corpi migliori e peggiori della scuola. Hannah non nutre simpatia per il ragazzo, ma rimane affascinata dal suo talento letterario. Hannah chiede al giovane di insegnarle a mettere a nudo i propri sentimenti sulla carta. Hanno così inizio le loro lezioni, al termine delle quali la ragazza scrive una poesia su come si sente. E’ uno scritto intimo, personale, e Hannah si rifiuta di divulgarlo, ma Ryan lo pubblica. Non solo Hannah è costretta a vedere i suoi sentimenti sotto gli occhi di tutti, ma viene anche sbeffeggiata per le sue parole.

Hannah è una moderna Don Chisciotte, e i suoi mulini sono la violazione del privato.
Oggi per noi è difficile concepire il dolore di vedere il proprio io esposto davanti a tutti. Siamo noi stessi i primi a sacrificare la nostra intimità in nome della visibilità.
Oltre alla violazione del privato, ciĂ² che ferisce Hannah è l’ennesimo tradimento, l’ennesima prova di non avere nessuno su cui contare, di non conoscere nessuno degno della sua fiducia.
E soprattutto, le vicende narrate in queste otto cassette le hanno dimostrato che dietro un volto amico, come sarebbe potuto essere quello di Clay, si nasconde sempre qualcuno pronto ad usarti o a colpirti.
L’episodio approfondisce l’infantilismo dei personaggi. Sono bambini che giocano a fare gli adulti. Sono fragili, ingenui, leggono insieme diari segreti, giocano ad arrampicarsi.
Sono bambini. Perché pensano alla morte?
Certo, i protagonisti delle cassette ci sono stati costretti.
Ma Hannah? Hannah, che scriveva ancora su un diario segreto, perché ha deciso di morire?

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