In questo ultimo episodio, inoltre, non c’è stato soltanto mistero, ma a questo si sono aggiunti altri sentimenti e altre emozioni, in grado di coinvolgere il telespettatore e tenerlo sulle spine per l’intera durata dello show.
Innanzi tutto, in I’m Not Her uno dei sentimenti che inevitabilmente lo spettatore è portato a provare è la commozione. Non ci era capitato spesso di commuoverci in questa seria, ed invece la storia di Jasmine Bromelle e l’emozionante arringa di Annalise sono davvero un bell’intervallo alla storyline principale; un intervallo capace di smuoverci dentro e portarci a riflettere. E, cosa non secondaria, il parallelismo che si crea tra Jasmine ed Annalise, e poi tra Isaac e il primo marito di Annalise, serve a farci capire come la storia di Annalise non sia altro che una storia di tragedie e di ritorni, di auspicate vie di fuga da un destino che nasconde dietro l’angolo, costantemente, tranelli e infide sorprese.
A latere dello sviluppo del personaggio e della storyline inerente Annalise, però, viene ancora portata avanti questa fase di transizione per i Keating Four, con Connor alle prese con una sorta di crisi esistenziale e con Laurel decisa a incastrare il padre per l’omicidio di Wes.
Inevitabilmente noi non riusciamo a seguire la serie senza domandarci – incessantemente – come faccia Laurel a sapere della colpevolezza del padre e questo è senz’altro il primo indizio da cui muovere le nostre possibili supposizioni in merito a un finale anticipato dai flash forward in cui le cose non sembrano proprio mettersi bene né per Annalise né tanto meno per la stessa Laurel.
È stato, dunque, un episodio molto interessante e sicuramente rilevante ai fini dell’economia dello show e della – apparente – complessa trama che va via via sviluppandosi, in vista del consueto e attesissimo finale emozionante e a sorpresa, di cui i primi tasselli sembrano esser già stati posizionati da queste puntate iniziali!