Recensione The Walking Dead 9×01: Un nuovo inizio

Nell’ottobre del 2003 in America la Image Comics pubblicò il primo numero di “The Walking Dead“, serie a fumetti creata da Robert Kirkman e illustrata da Tony Moore per i primi 6 numeri e da Charlie Adlard per i successivi. Da allora il successo crebbe in modo esponenziale spingendo la TV via cavo AMC a realizzare un adattamento per il pubblico televisivo.

La prima puntata della serie andò in onda il 31 ottobre 2010 in America e venne vista da 5,3 milioni di telespettatori.

Walker | TWD
@AMC

Da allora la serie televisiva è andata avanti, con alti e bassi, procedendo su un binario parallelo rispetto al fumetto che continua a farle da apripista, arrivando alla nona stagione.

Come molti di voi ricorderanno l’ottava stagione aveva chiuso un lungo arco narrativo dedicato alla sopravvivenza (pura e semplice) e ne aveva aperto uno nuovo dedicato alla ricostruzione politica, etica e sociale del mondo. Una ricostruzione ricca però di inquietanti presagi.

Accantonata la minaccia di Negan come faranno le colonie di Alexandria, Hilltop, il Regno, il Santuario e Oceanside  a convivere pacificamente e a costruire qualcosa di totalmente diverso e nuovo?

Smithsonian | TWD
@AMC

A questa domanda ha iniziato a rispondere la prima puntata della nona stagione (non a caso intitolata “Un nuovo inizio”)  che si svolge a un anno e mezzo dalla conclusione dello scontro con i salvatori.

Al comando troviamo come sempre Rick che guida i suoi nel Smithsonian Institution di Washington, per cercare e raccogliere strumenti e attrezzi da riutilizzare o duplicare.

L’interazione tra i personaggi, si alterna con l’azione e ci introduce in questo nuovo mondo in modo graduale. I rapporti tra i protagonisti, è evidente, sono cambiati e la ricostruzione guidata da Rick è sicuramente apprezzabile se non fosse gestita con una certa ingenuità.

Le tante falle di questa guida emergono durante tutta la puntata, si palesano nelle parole di Daryl, si leggono sulle pareti del Santuario e si manifestano nelle decisioni di Maggie.

Jadie e Gabriel | TWD
@AMC

Per anni The Walking Dead è stato un racconto collettivo, la storia di un gruppo ristretto di persone e di tutto ciò che erano costrette a fare, affrontare, per sopravvivere. Una piccola comunità, guidata da Rick Grimes, che aveva la libertà di agire in qualsiasi modo pur di raggiungere il proprio obiettivo.

Michonne | TWD
@AMC

Oggi non è più così. Dover gestire e organizzare quattro grandi comunità non è impresa da poco e paradossalmente per Rick il prezzo da pagare è la solitudine e l’isolamento. Fatta eccezione per Michonne, gli amici e i sostenitori di un tempo sembrano cambiati o sembra abbiano deciso che, semplicemente, non c’è più un solo leader.

Ciò che però tutti sembrano aver dimenticato è che in TWD molto spesso la morte non ha il volto decomposto dei vaganti ma quello pulito e spesso sorridente degli esseri umani.

 

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