Recensione Preacher 2×05 – Dallas

Oggi non abbiamo bisogno di alcun riepilogo. Il quinto episodio della seconda stagione, infatti, non si caratterizza per un numero cospicuo di accadimenti, convulsi e frenetici, che si susseguono, ma si rivela essere una delle puntate più importanti dell’intera serie per comprendere meglio due dei protagonisti, Tulip e Jesse, e indagare con più consapevolezza sulla loro storia d’amore.

People Change. No, they don’t

Il primo filone tematico che emerge nella puntata è certamente quello relativo al cambiamento. Tulip e Jesse vengono ritratti nel loro tentativo di cambiare vita, dopo la tragica vicenda che li aveva coinvolti a seguito del tradimento di Carlos, ovvero l’aborto di quello che doveva essere il primogenito. I due lavorano per diventare persone diverse, salvo arrendersi a quella che è la loro vera natura. A nulla servono gli sforzi, Tulip e Jesse sono due calamite che si attraggono, si influenzano negativamente e che, soprattutto, non possono cambiare.

L’idea di un cambiamento impossibile, di un lato oscuro in questi personaggi, dediti al malaffare ma nei cui caratteri spiccano una evidente sensibilità e la capacità di essere empatici, sembra essere il messaggio principale di Dallas. E questo messaggio viene suffragato anche dalla scelta registica di proporre in loop una serie di fotogrammi, di immagini ripetitive delle loro giornate, prima di portare i due all’ammissione, all’accettazione della loro natura, dei loro difetti, delle loro debolezze. Fino ad arrivare ad un punto di rottura che è emblematico e ci fa capire che, a dispetto di tutte le liti, di tutti i tentativi, di tutte le sventure, loro non saranno mai delle persone comuni e si ameranno sempre, in modo disfunzionale, magari, ma al contempo portentoso e travolgente.

Il loro amore ormai è diventato uno dei pilastri dello show. Una storia romantica che non ha nulla di convenzionale e che vede come protagonisti due soggetti, incapaci di lasciarsi, che, a tratti, non sono distruttivi solo nelle rispettive vite e nel perseguimento dei propri obiettivi, ma finiscono per essere distruttivi l’uno verso l’altra. E, tuttavia, questo amore folle e passionale viene dipinto come un amore duraturo, che continuerà a condizionare l’agire dei due personaggi.

Attorno alle loro peripezie amorose, però, continua a gravitare Cassidy, il cui personaggio sembra, invece, in un limbo, frutto magari di una indecisione degli Showrunners. Ci chiediamo se Cassidy troverà una strada per spiccare le ali in modo autonomo o, se alla fine, verrà approfondita quella apparente devozione che egli nutre nei confronti di Jesse, a dispetto di una probabile attrazione per Tulip. Cosa lo spingerà? Cosa dirigerà le sue azioni? Con chi si schiererà se dovessero sorgere separazioni tra Tulip e Jesse? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che possono essere abbozzati, a una lettura forse troppo semplicistica di un personaggio, che è stato messo in secondo piano durante l’episodio.

Un altro importante aspetto da non trascurare in una puntata che lascia poco spazio all’azione e si focalizza sulle emozioni, sulle istantanee, sulle suggestioni, è quello relativo all’umanità. L’umanità di Viktor e il desiderio di Tulip che questi non venga ucciso da Jesse. Viktor, seppur capo di un’organizzazione mafiosa, viene descritto come un personaggio capace di provare sentimenti genuini; uomo capace di essere gentile e devoto con Tulip forse più di quanto lo potrebbe mai essere Jesse, a prescindere dal contesto e dalle situazioni. Il regista dell’episodio, Michael Morris, riesce a creare un legame fra lo spettatore e lo stesso Viktor, anche grazie alla valorizzazione del suo istinto paterno. Ma la scelta di delineare e approfondire il personaggio dell’ex marito di Tulip, alla fine dei conti, si rivelerà soltanto un pretesto. Un pretesto per narrare il passato di Tulip, per disvelare quelli che sono i sentimenti che legano quest’ultima a Jesse, e, soprattutto, per creare un finale ad effetto, con il Santo degli Assassini che fa la sua irruzione e fa piazza pulita di tutta la banda di Viktor e dello stesso boss.

Continua a intrigare la caratterizzazione di questo invincibile villain silenzioso, che è sicuramente uno dei punti di forza di questa seconda stagione, che, se non tradirà le attese create dalla pregevole costruzione delle storyline di questa prima metà di stagione, potrà regalarci tantissime emozioni e colpi di scena!

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