Recensione Legion 1×06: Viaggio dentro la follia

Ci saremmo aspettati che in questo sesto episodio si sarebbe trovato un modo per giustificare il ritorno alla realtà dei protagonisti. Che in qualche modo David avrebbe trovato come fare uscire tutti loro dalla dimensione in cui aveva trasportato se stesso e gli altri per proteggersi dal mostro nella sua testa, ma specialmente dall’arrivo e dall’attacco dell’organizzazione governativa contrapposta al gruppo di mutanti di Melanie Bird. E invece no. Le aspettative sono state disattese. Ancora una volta, potremmo dire così, gli sceneggiatori hanno preferito puntare su una lentezza ragionata piuttosto che su un rapido e dinamico susseguirsi di eventi.

Abbiamo, di fatti, ritrovato tutti i protagonisti calati ancora in questa dimensione illusoria creata da Legion, che vede loro tutti come pazienti dell’ospedale psichiatrico in cui egli stesso era precedentemente rinchiuso. E per di più abbiamo una psichiatra d’eccezione, Lenny, in una versione conturbante e provocatoria, che conferma la bravura e la versatilità di Aubrey Plaza, capace di catalizzare l’attenzione, malgrado il ruolo di personaggio morto e rimasto come “residuo illusorio” all’interno della mente del protagonista non sia certo il più facile da interpretare.

Ma in generale le storture e le corruzioni che David effettua sulla realtà e le varie peripezie dei protagonisti che li portano a catapultarsi da una dimensione all’altra, porta ad evidenziare la capacità del cast di sapersi calare e mettersi in mostra in qualsiasi contesto narrativo.

Nella dimensione dell’ospedale psichiatrico vediamo come la vita ovviamente sui generis dei mutanti diretti della Bird sia vista come una patologia psichiatrica. E la realtà è a tutti gli effetti verosimile per i soggetti che vi sono stati trasportati. Per tutti, ad eccezione di Sydney, che prima fra tutti percepisce che il mondo in cui vive potrebbe essere solo una versione della realtà distinta dalla realtà. Ancora una volta Hawley e gli showrunners rischiano di sfociare nel cervellotico. E di fatto l’episodio, con la sua maniacale cura in ogni aspetto, dal sonoro, agli effetti speciali, alle singole battute dei personaggi, è un prodotto molto ragionato e di non immediata fruibilità. Si tratta certamente di un TV Show che non può essere guardato da uno spettatore occasionale.

Due sono le tematiche o i nuclei fondamentali della puntata: da una parte il legame tra sogni e illusioni. L’illusione è un concetto caro, se non il concetto cardine della serie, e durante questo sesto capitolo viene esplorato proprio nella sua contrapposizione ai sogni. I sogni sono solo illusioni? O sono qualcosa di più?

Sono proprio i sogni, alla fine, che riescono a smantellare la credibilità della dimensione illusoria, dal momento che Sydney riesce, una volta calata nella sua dimensione onirica, a percepire quelli che sono i suoi ricordi. E, malgrado, sia Sydney colei che più di tutte, si pone in una posizione dubitativa, il personaggio che sembrerebbe riuscire a fuggire dalla dimensione ed a trovare una vera scappatoia è Melanie Bird. Il marito appare, e non capiamo se sia un sogno, un ricordo, un’allucinazione o un’illusione, l’ennesima. Ma il marito le fa comprendere che c’è una realtà fuori dal manicomio e spetterà, dunque, a Melanie salvare Sydney e gli altri nel prossimo episodio.

La seconda tematica è invece, ancora una volta, quella della corruzione. Corruzione della realtà illusoria, ma anche corruzione della mente del protagonista. Nuovamente i vermi e gli insetti sono un elemento fondamentale e da non tralasciare, perché utilizzati – come in precedenza – come indicatori che la realtà che i personaggi vivono è semplicemente una copia dell’originale. E corruzione della mente del protagonista, nel senso che David è sempre più evidentemente oppresso dal parassita. Il mostro con la maschera costituita da un viso umano appare nel finale dell’episodio, in una sorta di flash, che dimostra come Lenny non sia un vero ricordo che prende corpo nella testa di David, quanto piuttosto un modo di manifestarsi del parassita, il quale dichiara i suoi intenti: servirsi e nutrirsi di David per ottenere il potere.

L’episodio si conclude con David rinchiuso in una sorta di bara celebrale, che potrebbe aver consentito al parassita di prendere il controllo. Solo sul finale, dunque, abbiamo qualche sussulto e qualche brivido di adrenalina, al termine di un episodio, come detto, molto ragionato, ma anche pieno di spunti.

Legion si conferma ancora una volta un prodotto unico ed originale, che scombina ogni aspettativa e stravolge ogni canone della serialità televisiva. La vera storia è narrata in un’illusione, e, ciononostante, non vediamo l’ora di scoprire cosa ancora deve succedere e se, prima o poi, le avventure dei protagonisti si potranno sviluppare nella realtà.

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