Recensione American Horror Story, 9×04 “True Killers”

True Killers

La notte a Camp Redwood non termina mai. Se a prima vista si poteva pensare che ci fossero due serial killer a piede libero, adesso bisogna ricredersi, perché nel bosco non ci si può fidare davvero di nessuno. 

Lo abbiamo capito, a Camp Redwood nessuno è chi dice di essere. E a dirla tutta, sembra davvero che gli individui più pericolosi della città si siano riuniti tutti nello stesso posto, involontariamente, per dare vita a una carneficina senza esclusione di colpi. Se il genere slasher è conosciuto per essere  paradossale, con questa stagione Murphy ha voluto sottolineare il surrealismo delle situazioni ancora di più, creando trame contorte che vedono implicati personaggi ancora più contorti. Insomma, tutti a Camp Redwood sono degli assassini, chi più chi meno.

Il colpo di scena sicuramente meno eclatante è stato lo scoprire che è stata Margaret, nel 1970, a compiere il massacro a Camp Redwood, e non Mr Jingles (verso il quale non si possono non provare sentimenti di compassione per la sorte che ha subito). Ciò si poteva intuire già dagli episodi precedenti, quando in un flash si è vista una giovane Margaret coperta di sangue ma dallo sguardo freddo, nonché sul suo comportamento sospetto con Night Stalker.

E mentre prosegue questa gara per la sopravvivenza, che simboleggia un po’ una società in cui tutti sono disposti a qualsiasi cosa per salvarsi, compreso il macchiarsi di gravi colpe, non manca il soprannaturale. Questa stagione di AHS sembrava infatti eccessivamente realista (per quanto possa essere realistico il fatto che degli assassini si riuniscano per caso in un vecchio campeggio), fino agli ultimi secondi di questo episodio. Nella storia della cultura americana, è noto che Ramirez morì in carcere. Sembrava infatti strana la morte di questo personaggio, visto che Murphy è da sempre piuttosto attento alle corrispondenze temporali. Ed ecco quindi che Ramirez risorge grazie alle forze del male.

Come al solito troviamo in questa stagione dei temi della società. In questo caso si prendono i temi di moda nell‘America degli anni ’80, caratterizzata dalla comparsa dei primi serial killer, dalla droga, dai fanatismi, dalla paura, e … certo, dagli scaldamuscoli. Il 1984 è un anno importante, che segna la nascita di alcuni film cult ma anche di una nuova società. Assistiamo a situazioni paradossali, che riprendono bene film come Venerdì 13, ma che comunque riescono a far interessare il pubblico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: