Pur con un incipit molto semplice la strada percorsa dai personaggi diventa fonte di riflessione per lo spettatore; oltre una messa in scena magistrale di Miller che sfrutta delle sequenze d’azione eliminando quasi completamente la computer grafica i sottotesti dell’opera non mancano;anzi riecheggiano in ogni inquadratura con i suoi personaggi fotografati e ripresi in modo sublime. Max viene trascinato dagli eventi in un inseguimento ad alto tasso di follia, in cui si unisce alla causa di Furiosa per puro caso mentre l’imperatrice ribelle cerca la redenzione, una speranza di vita e non di sopravvivenza. La società descritta da Miller riflette sulla distruzione dell’ uomo verso la sua casa, il suo ambiente di vita conquistando l’attualità dei nostri giorni, dove ogni scelta può rappresentare una svolta.
Mad Max riesce a rilasciare un affresco dei personaggi lodevole, in cui le interpretazioni degli attori ripresi dalla fotografia di John Seale vengono esaltate utilizzando di giorno delle tonalità di luce sull’arancione, realizzando un equilibrio tra luce diegetica ed extra-diegetica, mentre di notte si affida a un blu scuro che restituisce alla mesca in scena una cupezza notevole. La regia si concentra sull’insieme con molti campi,per riprendere il mondo desertico quasi privo di umanità, mentre il montaggio costruisce il ritmo perfettamente ottenendo un tour de force impressionante. Una delle pellicole più riuscite degli anni 2000 ed uno dei blockbuster più riusciti di sempre dove intrattenimento e arte non vengono accantonati ma uniti in un’opera che merita tantissime visioni, solo per capire quanto un blockbuster può essere attuale e pregno di significato.