Il gusto dissacrante del fetish su Netflix: BONDiNG

Dissacrante, provocatorio, dai forti cromatismi fra latex, pelle e frustini. Ideata e diretta da Rightor Doyle la serie “BONDiNG” apre la strada alla riflessione che ruota attorno al mondo delle perversioni umane. O almeno a quelle definite tali poichĂ© lontane dal “buon senso comune” avrebbe detto Carmelo Bene.

Al centro la storia di Tiff e Pete. Lei una giovane studentessa apparentamene sicura di sĂ© che diventa una dominatrice per pagarsi gli studi. Come? Soddisfacendo le piĂ¹ strambe fantasie erotiche della ricca borghesia che vive una profonda insoddisfazione quotidiana. Lui uno squattrinato bullizzato ragazzo gay che si lancia nel buco nero di questo mondo inesplorato.

Entrambi ne usciranno arricchiti sia nel loro rapporto, sia nel rapporto con la propria storia, con le proprie esperienze scoprendo la capacitĂ  di auto accettazione senza temere i propri sentimenti e soprattutto la propria identitĂ .

Puntate brevi, con una durata di circa 15 minuti, rendono la narrazione piacevole, divertente, mai eccessivamente artificiosa. Fotografia e scenografia sono fra i punti forti di questa serie che certamente merita una seconda stagione.

Assolutamente da premiare il coraggio con cui l’autore ha deciso di affrontare una tematica che risulta per molti ancora un tabĂ¹. Rappresentazione senza fronzoli della sessualitĂ , dell’erotismo, del desiderio di sperimentazione ma allo stesso tempo di amore: ecco quali sono i punti forti di BONDiNG.

Assolutamente da non perdere.

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