How to get away with Murder – Recensione e commenti 5×14 – Make me the enemy

A solo una puntata dal season finale, l’episodio di questa settimana, soprattutto negli ultimi cinque elettrizzanti minuti, rimescola tutte le carte in tavola, presentandoci un nuovo inquietante sospettato nel caso del padre di Nate, per il momento difficile da collegare intuitivamente alla vicenda: il fratello di Laurel.

Emmett Crawford, la persona che era stata indicata come colpevole dalla Governatrice e che per quasi tutta la puntata lo appare anche agli occhi dello spettatore e degli altri personaggi, si rivela alla fine innocente e provoca un sentimento di tenerezza, perché si riesce finalmente a comprendere che il suo unico scopo fosse realmente quello di conquistare Annalise.

Nel frattempo, i giovani collaboratori di Annalise riescono a rientrare in possesso del computer di Oliver, che gli era stato requisito dall’FBI, e scoprono che l’agente che si occupava del loro caso era riuscita a smascherare tutti i loro misteri. Iniziano così a temere la prigione e a colpevolizzarsi, quando improvvisamente arriva un nuovo avvertimento dalla famiglia Castillo: un pacchetto contenente la testa della madre di Laurel.

Ad un passo dalla fine, mi sembra avventato proporre questi nuovi e terrificanti intrighi ad una storia che a primo impatto non sembra aver niente a che vedere con questi nuovi personaggi. Questo mi porta a concludere che la puntata finale non ci darĂ  una spiegazione esaustiva sui moventi della famiglia Castillo, non riuscendo ad approfondire sufficientemente gli eventi che hanno portato il fratello di Laurel ad uccidere il padre di Nate e distogliendo l’attenzione dalle vere domande a cui aspettiamo di avere risposta: gli intrighi di Annalise saranno veramente portati in tribunale? Lei e i suoi studenti finiranno davvero in prigione?

Martina Torrini

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