Dexter/Jim Lindsay, omonimo dell’autore della Mano sinistra di Dio, il romanzo da cui è tratta la serie, ci fa conoscere la sua nuova vita. Una vita normale, dietro cui si cela la presenza dell’oscuro passeggero, sopita per dieci anni. Dexter/Jim convince, come è solito fare poiché la caratterizzazione del personaggio è molto forte. Tuttavia agli spettatori più attenti non possono non sfuggire alcune forzature.
Attenzione. Contiene spoiler sul finale!
Il nemico numero uno, tale Kurt Coldwell non convince, è affrettato, poco meticoloso oserei dire imbranato talvolta.
Mi è capitato di leggere di paragoni con Trinity killer, niente di più inappropriato. Tuttavia Dexter compie il suo destino punendolo per le sue colpe. Ma questo finale non è l’ultimo atto della storia. Come egli stesso pensa in tono ironico Dexter viene scoperto e catturato nella piccola e fredda Iron Lake. Viene associato al Macellaio di Bay Harbour, e per alcuni minuti lo vediamo in una cella.
Dopo le critiche al finale di stagione precedente, questa conclusione sarebbe adatta a chiudere un cerchio.
Invece così non è. Dexter muore. E lo fa in un modo, credo l’unico perdonabile: per mano di suo figlio. Harrison punisce il padre per aver ucciso un innocente, il suo coach durante la fuga. Realizza la realtà dei fatti, per suo padre predomina il ‘passeggero oscuro’.
Personalmente mi aiuta a digerire questo finale immaginare una seconda stagione e in effetti gli elementi ci sono: Batista allertato da Angela sta per arrivare a Iron Lake, con il fascicolo della morte sospetta di LaGuerta. Harrison sta lasciando Iron Lake, senza prendersi la colpa dell’uccisione del padre e con il rimpianto del delitto commesso e lasciando nella fredda cittadina l’amata fidanzata ignara dell’epilogo tragico.
Ciao Dexter, è stato un piacere.
- Gioia Ferrara
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