Il devastante finale di Feud: quando la televisione ti lascia senza parole

Forse usare il termine devastante è semplicistico, addirittura banale. Forse sminuisce tutto quello che ci lascia l’ultima puntata di questa prima stagione o forse semplicemente è un termine di bassa lega per dare il titolo a un articolo che si pone l’obiettivo di offrire un punto di vista attento a quello che è stato “You Mean All This Time We Could Have Been Friends?”.

Dalla mia penna virtuale sono sgorgati solo elogi per questa serie e anche adesso potrei solo dilungarmi in complimenti e belle parole. Ma sarebbe troppo facile, ripetitivo. La verità è che, a seguito della visione dell’ultimo episodio di Feud, le parole vengono meno. La puntata, la storia in sé, è stata troppo. Troppo forte, troppo emozionante. La caduta dell’iconica Joan Crawford, la lotta con la malattia, la percezione della fine. Troppo da assorbire nell’arco di un’ora scarsa. Tutte le parole, i commenti, le divagazioni, le sottolineature, le citazioni. Tutto sarebbe vano, perché stavolta lo show televisivo ci ha davvero tolto le parole di bocca e ha parlato direttamente al nostro cuore, utilizzando il linguaggio delle emozioni. Delle emozioni vere, senza filtri, difficili da trasporre e ancor più difficile da provare e da metabolizzare.

Ryan Murphy in Feud ha dato una chiave di lettura a una morte prima della morte fisica. Ha analizzato in modo toccante e struggente quella che è l’emotività dei grandi artisti come Joan Crawford e Bette Davis, sempre in gioco a causa del loro smodato desiderio di sentirsi amate e apprezzate. Una vita sullo stage e una vita che non esiste al di fuori di esso. È questo il dramma che è stato al centro dello show targato FX e che ha dato linfa ad otto episodi magistralmente ideati e scritti, in grado di travolgerci con delicatezza e raffinatezza ineguagliabili. Un dramma che è diventato nostro per i due mesi in cui abbiamo avuto la fortuna di assistere al programma.

Quando esci dallo schermo è la fine. Questa è la sentenza di Feud, questa è la sentenza capitale per le vite delle protagoniste che cadono, crollano, gettano la spugna e si arrendono di fronte ai nostri occhi attoniti. 

Dovevamo aspettarci il dramma emozionale che avremmo vissuto durante tutto l’episodio sin dalle prime note di “The End” dei The Doors che suggellano il definitivo canto del cigno di Joan Crawford come star del mondo del cinema.

E questo finale assolutamente commovente è il degno epilogo di una storia che è stata tanto di più della narrazione di una faida tra due attrici straordinarie. È stato il giusto e perfetto epilogo di una storia di vita. Una storia di solitudine, di invidia, di disperazione. Una storia che ha descritto l’umanità dietro al cerone e dietro alle maschere dello show-business. Una storia che ci rimarrà impressa per sempre.

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