American Horror Story: Apocalypse – Recensione e commenti episodio 8×07 – Traitor

A soli  tre episodi dalla fine, sono ancora molte le domande ad aver bisogno di una risposta.

Con la presentazione di un nuovo personaggio, il ritorno di due volti noti e l’eliminazioni di tre nemici della congrega, Traitor e’ un punto di svolta fondamentale per Apocalypse, che continua in questo episodio il flashback pre-apocalisse iniziato tre puntate fa.

Iniziamo con conoscere un po’ meglio (finalmente) il personaggio di Adina Porter, aka Dinah Stevens, erede del titolo della regina del vodoo dopo la dipartita di Marie Laveau.

Che effettivamente esistessero altre adepte del voodoo era immaginabile, e Cordelia approccia la donna con il tentativo di farsi mettere in contatto con Papà Legba, divinità malvagia della cultura creola, che al suo solito propone una condizione quasi impossibile da soddisfare in cambio dei suoi servigi.

La sua comparsa mostra nuovamente l’ultima delle streghe di Coven: Nan, adesso fedele assistente del diavolo in persona.

Madison e Myrtle recuperano invece una vecchia conoscenza della congrega: Bubbles, un attrice non più sulla cresta dell’onda con poteri telepatici.

E’ grazie a lei che sono intenzionati a ottenere l’ultima e definitiva conferma della natura offensiva dei Warlock, che puntano addirittura all’eliminazione definitiva delle streghe di Coven.

Nonostante l’episodio risulti la naturale conseguenza delle puntate precedenti (la punizione dei Warlock, la resurrezione del personaggio di Cheyenne Jackson, spiegata la ricompensa si Myrtle) rimangono ancora aperti troppi scenari sui quali e’ possibile fare solo delle congetture: Mallory e’ davvero la suprema? Oppure la recente attenzione su Coco potrebbe avere un secondo fine?

Cordelia accetterà alla fine l’offerta di Papa Legba (vista la mancanza nel presente di Zoe e Queeny?).

Sicuramente, per l’ennesimo episodio e’ stato bello scoprire di più sui retroscena che precedono  quella che sarà probabilmente la “battaglia finale” contro l’Anticristo, ma il fatto di avere appena tre episodi per chiarire tutte le storyline (magari spiegando l’importanza, se c’è n’è una) dei personaggi del “prologo di Apocalypse (Venable, Timothy, Emily, Galavant), risulta un po’ frustrante.

C’è da dire che continuare a veder ritornare volti amati  e rimandi alle stagioni precedenti  (in questa puntata l’assassino Babbo Natale di Asylum ad esempio) fa sempre piacere. Nel prossimo episodio sembra che finalmente verremo a sapere della natura robotica di Meade 2.0 e forse l’identità di chi si cela dietro il famigerato Collettivo.

 

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