American Crime Story: Versace – Recensione 2×05 – Don’t ask, don’t tell

 

La quinta puntata di American Crime Story: The Assassination of Gianni Versace non svela ancora il rapporto che lega lo stilista al suo assassino, Andrew Cunanan, ma propone una profonda e seria riflessione sul tema dell’omosessualità, e in particolare su come questo orientamento sessuale fosse temuto e discriminato ancora alla fine degli anni Novanta.

Nell’episodio sono presentate tre diverse vicende che si svolgono tra il 1995 e il 1997: nella prima si sviluppa il tema del desiderio di Gianni Versace di confessare la propria omosessualità alla stampa, nella seconda  vengono narrati gli eventi antecedenti gli avvenimenti della scorsa puntata (tra cui gli omicidi di Jeff e David) e infine nella terza viene presentata la commovente storia di Jeff, del suo impiego nella marina militare e dei suoi sentimenti ambivalenti nei confronti del suo orientamento sessuale.

Proprio all’interno di quest’ultima vicenda sono presenti gli spunti di riflessione più interessanti, poiché la storia di Jeff contiene molti elementi che permettono di analizzare il “problema” dell’omosessualità per come era vissuto in quel periodo e in particolare in un ambiente ostile alla sua libertà di espressione come quello dell’esercito. Jeff infatti, nonostante avesse lottato fin da quando era molto giovane per entrare nella marina militare, non riesce a raggiungere una posizione privilegiata perché teme che i suoi superiori e compagni sappiano della sua omosessualità e che per questo lo discrimino; vive questa condizione come un peso, si sente inadeguato a tal punto da arrivare a pensare al suicidio.

Episodio dopo episodio, iniziamo a ricostruire il puzzle dei vari omicidi commessi da Andrew Cunanan prima dell’assassinio di Versace, ma resta sempre viva la curiosità riguardo al movente di questo delitto.

Sperando di poterne sapere presto di più, aspettiamo la prossima puntata!

Martina Torrini  

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