Al nuovo gusto di ciliegia – Recensione serie Netflix

AL NUOVO GUSTO DI CILIEGIA

Nel vasto catalogo di Netflix siamo abituati ormai ad incontrare storie di ogni genere: romantiche, drammatiche, divertenti, thriller , horror e chi più ne ha più ne metta.

A volte si mischiano generi, tipo horror e dramma.

Questo è il caso di Al Nuovo Gusto di Ciliegia.

Tratta dal romanzo omonimo di Todd Grimson, la serie (8 episodi) ci trascina negli anni 90, dove una giovane regista di nome Lisa Nova vola ad Hollywood perché il suo corto sperimentale ha catturato l’attenzione di un produttore e potrebbe farle svoltare la carriera e la vita.

Purtroppo però, i sogni spesso non si avverano come si crede e dopo essere stata presa in giro, la ragazza in preda al desiderio di vendetta si metterà nelle mani di una maga strana ed inquietante che lancerà una maledizione che porterà la situazione a complicarsi e degenerare.

Già dalle prime sequenze ci viene chiaramente mostrato lo stile che è alla base di tutta la serie: un rimando, se non quasi un omaggio, a “Strade perdute” di Lynch subito salta all’occhio e proprio Lynch è alla base dell’ispirazione di tutto ciò che stilisticamente la serie comprende.

Le ambientazioni angoscianti di una Los Angeles primi anni 90 fanno da sfondo alla storia di Lisa (una brava Rosa Salazar) che parte da una situazione drammatica realistica e si trasforma poi in una giostra allucinata e allucinogena sempre più inquietante.

La magia nera che entra a far parte del gioco sposta tutta l’attenzione dal racconto in sé alle singole scene inquietanti e disturbanti che si susseguono negli episodi. Dal vomitare gattini, al cannibalismo alle pozioni fatte con ingredienti poco piacevoli anche alla vista, il grottesco prende pian piano il sopravvento e la storia passa quasi in secondo piano, facendo in modo che si perda anche la concentrazione durante la visione.

Questo quasi totale spostamento verso scene forti fa perdere smalto e freschezza ad una serie che si discosta molto dal classico horror/splatter e i continui rimandi al surreale di Lynch (ma non solo, anche ad una certa messa in scena di Nicholas Wending Refn) la rende troppo derivativa.

Si ha la sensazione di una storia partita bene, che potrebbe esplorare al meglio certi aspetti dei suddetti generi, ma che alla fine non diventa sé stessa bensì una copia un po’ sbiadita di quello che i signori registi già citati hanno portato sullo schermo.

DA GUARDARE: Se siete forti di stomaco e vi piacciono tutte le sfumature dell’horror con vagonate di Lynch e Refn, Al Nuovo Gusto di ciliegia può essere una serie che fa per voi.

Al contrario, non fa per voi se siete deboli di stomaco o se le serie (seppur guardabili) che perdono di originalità durante il viaggio non vi fanno appassionare.

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