Recensione Tredici 1×03 – Cassetta 2 Parte A

Il terzo episodio di Tredici torna a parlare degli effetti della lista di Alex. Inoltre, si scopre che la vendetta è stata originata dal rifiuto di Jess a concedersi al ragazzo.
Quindi, la serie mostra come da un lato le donne che hanno rapporti sessuali siano delle poco di buono, e come dall’altro coloro che si rifiutano vadano punite.

Al centro di questa puntata c’è l’effetto farfalla. Magari le cattiverie di cui Hannah parla nelle cassette possono sembrare semplici scherzi ai suoi persecutori, ma hanno scatenato meccanismi più grandi di loro. Meccanismi che hanno spinto una ragazzina a suicidarsi.
All’interno dell’episodio viene anche diffusamente citato il concetto di “apprendimento sociale”, ossia l’apprendimento tramite l’osservazione del gruppo e rinforzato da quest’ultimo. Questo meccanismo può spiegare come l’identificazione e il tormento di un capro espiatorio si estendano a macchia d’olio.
Il trucco sta nel non cominciare o nel non conformarsi.
A causa del meccanismo dell’apprendimento sociale, la lista ha reso Hannah un trofeo di caccia. La ragazza viene infatti palpata da uno dei leader del liceo, Bryce.
Lui è il maschio alfa, e in quanto tale ritiene di avere piena libertà di scelta tra le femmine del branco. Poco importa la loro di libertà, poco importa il loro sentirsi violate e umiliate da un estraneo.
Nel presente, mentre Clay ascolta le cassette, vediamo la presentazione di un elemento fondamentale per la cultura dello stupro e per qualsiasi altro tipo di società malata: l’omertà. I ragazzi presenti nelle cassette vorrebbero costringere Clay al silenzio, vogliono assicurarsi che non parli con nessuno del contenuto dei nastri.
Anche Hannah, come nelle passate puntate, è colpevole di essere rimasta in silenzio. Non ha denunciato Bryce. D’altronde, l’immagine che le era stata costruita addosso, ossia quella della ragazza facile, probabilmente l’ha spinta a temere di non essere creduta. Probabilmente, la ragazza avrà pensato di sentirsi rispondere che se l’era andata a cercare.
La puntata si conclude mentre penso: “Hannah, avresti dovuto lottare per avere giustizia. Avresti dovuto denunciare l’accaduto ai tuoi genitori, alla scuola, alle autorità. Avresti dovuto denunciare fino a quando non avessi trovato qualcuno disposto ad ascoltarti. Invece, hai preferito rimanere in silenzio.
Hannah, c’erano così tante soluzioni che avresti potuto adottare prima di mettere fine alla tua vita. “

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