Al centro dell’attenzione, in particolar modo, vi è stato il tormentato rapporto fra Bonnie e Annalise, con una Bonnie, all’apparenza, più fragile di quanto ci era sembrata in precedenza. Se prima avevamo avuto modo di intravedere soltanto il desiderio di vendetta, adesso l’ex assistente di Annalise sembra esitare, per la prima volta. Ha concesso il beneficio del dubbio sulla bontà del progetto di Annalise di portare avanti l’azione contro il governo in relazione alla qualità della difesa d’ufficio. E questa esitazione l’ha portata a sbagliare e a far rivelare la sua identità ad Isaac, che, in qualche modo, sarà coinvolto nell’episodio di svolta che stravolgerà le esistenze dei nostri protagonisti.
La puntata si è sviluppata su un parallelismo fra la seduta di Bonnie dallo psicologo di Annalise e ciò che accadeva all’esterno, con la prosecuzione delle indagini di Michaela sull’Antares e l’evoluzione della situazione di Connor, che sembra ormai pronto a trovare nuovi stimoli e obiettivi.
Ciò che ha rubato la scena, però, è senz’altro il pathos con cui si è ripercorso il rapporto fra Annalise e Bonnie, portando in scena anche un flashback che ha condensato i loro momenti più intensi e significativi visti nelle precedenti stagioni. La descrizione di questa disfunzionale relazione ci ha fatto comprendere, una volta di più, come la scrittura in How to Get Away With Murder è davvero un punto di forza invidiabile. I personaggi sono tridimensionali e i loro rapporti sono assolutamente intriganti e si prestano ad un’analisi pronta a coglierne le più svariate (e spesso ambivalenti) sfaccettature.
Ovviamente, a margine a tutto ciò a cui abbiamo assistito in “I Love Her” rimane una pressante curiosità per ciò che sta per avvenire, per l’evento scioccante che, con accuratissimi flash forward, è stato anticipato, creando una forte suspense, che, chiaramente, non può che tenere tutti i murderiani sulle spine!