Recensione Dark 1×03, “Passato e presente”

Passato e presente

“Passato e presente” è la terza puntata della serie Netflix Dark, la quale sembra migliorare un po’ di puntata in puntata. Mano a mano che si procede con gli episodi la trama sembra più definita e ci fa pensare che forse la serie tv non sta lasciando gli elementi al caso, come si poteva ritenere all’inizio.

Questa volta siamo finiti del 1986, dopo il disastro nucleare di Chernobyl. La scelta di incentrare la vicenda proprio in relazione a questo catastrofico evento risulta attuale, almeno, nel 1986. Ed è proprio ora che finalmente viene fatta luce sugli elementi più misteriosi di Dark, la caverna e la centrale nucleare. Per effetto delle scorie nucleari nascoste nella grotta, questa è diventata un portale temporale. e iniziamo a capire frasi come “La domanda non è dove, ma quando”. Una bella e sostanziosa rivelazione, che serviva proprio a dare una scossa alla serie.

 

Il flashback ci è servito per ottenere una prima risposta, e abbiamo visto i personaggi nella loro adolescenza. Nonostante la scelta azzeccata di questa conduzione della trama, c’è ancora qualcosa nella serie tv che non spinge lo spettatore ad affezionarsi al titolo.

Sarà che siamo abituati alla spettacolarizzazione americana, ma Dark risulta noioso e monotono, con dialoghi piatti e caratterizzazione dei personaggi ancora più piatta. Alla terza puntata non si riesce a farsi un’idea delle personalità dei protagonisti. Anche il livello cromatico gioca sulla stessa tonalità di sfumature spente. L’unico elemento di spicco è l’impermeabile giallo, giallo come i bidoni delle scorie nucleari, e allora qui un senso si può trovare.

Non si sa ancora se la serie è riuscita a entrare nel cuore degli spettatori, ma bisogna riconoscerle comunque che affronta temi sociali piuttosto caldi e argomenti non di facile comprensione. Il livello di interesse però è ancora alto, i misteri sono tanti e chi guarda è certo invogliato ad arrivare alla fine.

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