Recensione American Horror Story 7×11 “Great Again”

Finale di stagione per AHS: Cult. “Great Again”

Anche per quest’anno abbiamo avuto la nostra buona dose di American Horror Story. Questa volta però abbiamo a che fare con la stagione più controversa nella storia del programma. Cult è riuscita a dividere il pubblico in due fazioni opposte, chi la ama e chi la odia.

C’è da dire che la settima stagione ha avuto svariati alti e bassi: puntate in cui sembrava poter diventare una delle più belle stagioni di American Horror Story e altre in cui l’interesse dello spettatore scendeva così tanto da farlo quasi addormentare. Siamo dovuti arrivare alla fine per capire la complessità di Cult, ed è proprio nelle puntate finali che si è fatta apprezzare.

Il titolo “Great Again” sembra parlare proprio della serie stessa, come se gli autori volessero dire “abbiamo avuto i nostri momenti di sbandamento, ma siamo tornati forti come prima”.

La puntata finale si presenta come la resa dei conti decisiva. Tutti i personaggi di contorno sono stati eliminati, lasciando al centro i due veri protagonisti. Una battaglia decisiva, Ally contro Kay, femminismo contro misoginia, calma contro rabbia. Ricordiamo che Cult è stato questo, uno scontro di ideologie, un macabro documentario sui problemi della società, e la politica ne è evidentemente parte centrale.

Probabilmente è vero che la settima stagione non sia affatto spaventosa e inquietante come quelle precedenti, e soprattutto verso le puntate finali sembrava più un thriller che un horror. Questo non è sempre un difetto però: Cult è stata una stagione che ha puntato tutto sulla società in cui viviamo, senza strafare con la violenza e “l’horror forzato”. Una denuncia degli autori per dire che il mondo stesso è diventato una storia dell’orrore.

Davvero magnetiche, invece, le scene finali di “Great Again”. Lo spettatore è rimasto col fiato sospeso fino alla fine, completamente scombussolato dai vari cambi di fazione dei personaggi, tant’è che ormai si guardava con sospetto persino Oz.

La figura di Ally è risultata come la migliore: un cambiamento inaspettato nel cuore dello show che non è stato spiegato fino all’ultimo secondo. Ma ancora adesso rimane il dubbio che non abbia detto la verità, vista la sua ambiguità e la sua maestria nella manipolazione. Da brivido la sua capacità di pianificazione, una gran rivincita di stampo femminista. 

Sconvolgente la scena finale, in cui Ally si prepara palesemente ad andare all’incontro di una setta. Cambia il pensiero di base, quindi, ma la modalità di azione rimane la stessa, è un ciclo che si ripete. Pensavamo che il personaggio della Paulson avesse ancora dei valori e un po’ di buon senso da qualche parte, invece no.

In Cult alla fine le donne hanno vinto, il lupo cattivo è stato sconfitto, e i fan di American Horror Story contano già i giorni che li separano dalla stagione numero otto.

Nonostante i cambiamenti che gli autori apportano di stagione in stagione, la serie tv si riconferma come uno dei programmi più amati e seguiti di cui non si può proprio fare a meno.

 

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