Recensione American Horror Story 7×09: “Drink the Kool-Aid”

“Drink the Kool-Aid”: cosa si è disposti a fare per il proprio credo?

Cosa si è disposti a fare in nome di un ideale? è questa la domanda chiave del nono episodio di American Horror Story: Cult, “Drink the Kool-Aid”. Il viaggio all’interno della vita di una setta continua, e ci mostra un leader sempre più convinto di essere una divinità, pronto a chiedere ai suoi seguaci la vita. Una puntata che si dimostra inquietante anche senza mostri e fantasmi.

Ciò che dovrebbe far tremare di paura lo spettatore è l’esistenza stessa della setta. Quello che si vuole evidenziare nell’episodio è che i membri di una setta sono legati ad essa fino alla morte e in ogni momento della vita. Uscirne è impossibile, ce lo dimostra anche il tentativo di Ivy, Ally e Winter. Bisogna essere disposti a rinunciare a tutto, pur di sostenere l’ideologia che si professa. Che si tratti della propria vita o della propria famiglia, poco importa.

La caratteristica davvero interessante della stagione è che ci aiuta a capire meglio la realtà, quelle sette che ci sembrano così distanti ma che sono profondamente attuali. La bellezza di “Cult” emerge solo verso gli ultimi episodi, quando si riesce a guardare meglio l’insieme delle vicende e si capisce quello gli autori vogliono comunicare al pubblico.

La seconda parte di “Drink the Kool-Aid” si incentra invece su Ally e sui rapporti tra i protagonisti. Ci viene mostrata una Ally completamente inedita, fredda e calcolatrice, anche lei pronta a uccidere per perseguire i suoi principi. Una seconda parte di episodio che lascia spiazzati, ma che dopotutto non può che farci gioire alla vista del riscatto della donna. Potremmo persino pensare che sarà lei ad avere la meglio, alla fine. Un bel cambiamento del personaggio, interpretato da una talentuosa Paulson che ormai ci aveva abituato solo a lacrime e strilli. Quello di Ally è risultato essere un personaggio complicato e poliedrico, da brivido: la dimostrazione che non si sa mai di chi ti puoi fidare e che non bisogna fermarsi alle apparenze.

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