9-1-1 – Recensione 1×05 – “Point of Origin”

Lo scorso 3 gennaio negli USA ha esordito 9-1-1 la nuova serie tv ideata da Ryan Murphy, la mente dietro a show di successo come American Horror Story e American Crime Story. Sin da subito la serie ha saputo catturare una buona fetta di pubblico a tal punto da convincere il canale su cui viene trasmesso, Fox, a rinnovare la serie dopo appena due episodi.

Il suo successo è dovuto al suo più grande punto di forza, cioè episodi adrenalinici con un ritmo sempre elevato che riesce a tenere sempre sulle spine lo spettatore, offrendo così un’ottima serie di intrattenimento. Questa è stata la linea giuda dei primi due episodi che sin da subito hanno catturato gli americani, il che, però, aveva offerto il fianco a quello che poteva essere la maggior mancanza della serie: la caratterizzazione dei personaggi. Nei primissimi episodi, infatti, sono stati presentati tutti i personaggi, ma questi avevano una caratterizzazione superficiale che non convinceva appieno. Nel terzo e nel quarto episodio la serie ha iniziato a mettere in scena episodi più equilibrati dando lo stesso spazio ai salvataggi, che restano la parte centrale della serie, e ai sui protagonisti. Ecco quindi perché il quinto episodio, “Point of Origin”, arriva al momento perfetto perché per la prima volta la parte più adrenalinica dei salvataggi è messa da parte per concentrarsi totalmente sui personaggi. Bobby, Abby, Buck ed Hen vengono tutti esplorati tra passato, presente e un possibile nuovo futuro. Sin dal pilot è stato chiaro che Bobby aveva subito un tremendo trauma che l’aveva portato ad essere l’uomo chiuso in sé stesso che i primi episodi avevano presentato e in questa puntata ci viene spiegato il motivo. Attraverso un flashback molto incisivo la serie ci rivela il suo passato e la tremenda perdita subita e di cui si sente fortemente responsabile.

Poi Abby e Buck finalmente si incontrano di persona e iniziano a tutti gli effetti una relazione molto strana, ma sicuramente funzionale alla storia personale di entrambi. Infine, per la prima volta conosciamo veramente Hen che dovrà affrontare diversi problemi personali quando la sua ex le chiede di parlare a suo favore all’udienza per la scarcerazione. Pur mancando il ritmo elevato, le scene adrenaliniche e i salvataggi spettacolari, 9-1-1 riesca a convincere nello stesso modo degli episodi precedenti perché riesce a tratteggiare ogni personaggio in modo efficace grazie ad una messa in scena di ogni evento convincente. Con “Point of Origin”, la serie ha dimostrato non solo di voler essere una serie completa puntando sia sui salvataggi, sia sui personaggi, ma soprattutto ha dimostrato di poter funzionare anche con episodi che mettono in secondo piano il lavoro dei protagonisti. Tutto questo può accadere grazie all’ottimo cast della serie che riesce in ogni situazione a convincere e funzionare. In sostanza 9-1-1 pian piano si sta rivelando una serie più completa di quello che si poteva pensare all’inizio e questo rappresenta uno degli aspetti più incoraggianti di una serie che sembra voler dare al suo pubblico qualcosa di più del semplice intrattenimento.

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